Nuovo scandalo per quel che riguarda l’alterazione dei dati relativi alle emissioni. Questa volta è il colosso Audi ad essere imputato di strategie di manipolazioni dei gas di scarico. Dopo Volkswagen, ora un’altra casa automobilistica tedesca è nel mirino. 

 

A lanciare l’accusa è Handelsblatt, quotidiano di finanza ed economia, con sede a Dusseldorf, qualche giorno fa. I capi di imputazione sono pesanti, se confermati dalle indagini delle autorità competenti. Si parla infatti di quattro diverse strategie di manipolazione dei gas di scarico delle vetture, che possono lavorare anche nel medesimo istante. Tutto ciò, per fare in modo che durante i test di omologazione, ciò che risulta dalle vetture è assolutamente al di sotto di determinati valori imposti dalle norme comunitarie. 

 

Ad essere incriminati in particolare i motori di grosse dimensioni, stiamo parlando dei 3 litri TDCi, utilizzati tra l’altro anche in modelli di Volkswagen e Porsche. Una ripercussione che, secondo quanto espresso dalla stampa tedesca, andrebbe a toccare anche alcuni politici, con ripercussioni importanti anche a livello economico. 

 

Per muovere questa importante accusa Handelsblatt, insieme a Bayrischer Rundfunk (emittente televisiva, oltre che radiofonica della Baviera), hanno analizzato 80.000 documenti. Da essi, come abbiamo detto poco fa, sembra ci siano riferimenti ad Alexander Dobrindt, ex ministro dei trasporti, e all’Autorità per i Trasporti stessa (acronimo KBA), la quale ovviamente rilascia le omologazioni in Germania.

 

A quanto riportato dal lungo servizio che è stato pubblicato, sembrerebbe che il ministero dei trasporti fosse informato di queste manipolazioni, ma non avendo la soluzione, ha cercato in tutti i modi di frenare gli approfondimenti da parte della KBA. Contemporaneamente però, sono stati accusati i motori della Fiat 500X, anche a livello europeo, concluso con un mea culpa da parte dell’azienda italiana ed il ritiro delle accuse da parte dei tedeschi. 

 

Ma c’è dell’altro. Sembra infatti che i manager Audi non fossero intimoriti dai controlli del KBA, quanto piuttosto da quelli del TUV, che hanno come compito la revisione dei veicoli. Il primo ente citato inoltre, era anche stato destinatario di una comunicazione da parte della casa automobilistica, per ricevere informazioni nel caso fossero emerse delle problematiche durante la fase di omologazione. 

 

Un mega circolo vizioso in terra tedesca quindi. Da una parte Audi ha sviluppato fino a 4 sistemi di alterazioni dei valori dei gas inquinanti e dall’altra i controllori erano “frenati” dai propri superiori per non essere troppo scrupolosi. Un sistema che non avrebbe dovuto avere problemi, ma che ha poi rivelato di contenere una falla interna. Un sistema che possiamo definire “a protezione” dell’economia tedesca, in una fase di crisi per il mercato automobilistico non indifferente e anche di transizione verso l’elettrificazione. 

 

Come ultima chicca, in conclusione dell’articolo, i funzionari della KBA sembra abbiano dichiarato agli investigatori, di essere molto frustrati durante la propria attività di controllo. Il motivo era presto detto: non avevano strumenti adeguati per controllare i gas inquinanti. Sapevano infatti di non avere degli strumenti al passo con le moderne tecnologie, e nel caso scoprire situazioni di alterazioni. Tutto ciò deve essere stato molto triste per tutte quelle persone che, in quanto funzionari pubblici, avevano come missione, anche personale, la correttezza dei controlli e la bontà dei dati. Crediamo non manchi molto a nuovi sviluppi di questa inchiesta giornalistica, che ovviamente riporteremo su YouDriver. 


 

credit photo: Audi media room