Il consulente della Red Bull, ha proposto alla propria casa automobilistica, una sezione di allenamento dei piloti di Formula 1, al fine di farli potenzialmente contagiare e renderli immuni dal coronavirus. Scontata la secca e netta risposta negativa della casa austriaca. 

 

In tempi di emergenza sanitaria, leggere queste notizie che provengono dal web, ci rende completamente inerti e esterrefatti anche noi che scriviamo articoli. È difficile comprendere come un consulente di tale portata a livello mondiale, possa proporre una cosa simile, al fine di far continuare la stagione di Formula 1. 

 

La controrisposta del consulente sono alquanto bizzarre, anche alla luce del rifiuto di RedBull di assecondare tale proposta. Marco afferma infatti di avere 4 piloti di Formula 1 e 8 Junior, che potevano essere immunizzati durante un training camp al fine di colmare mentalmente e fisicamente il tempo morto. 

 

Mentre l'intero mondo cerca di combattere e di isolare le persone dal contagio, ad istruire tutta una serie di protocolli di sicurezza sotto ogni punto di vista, in ogni singola categoria di attività economica, evidentemente in un mondo dove governano i soldi, qualche cosa non deve essere funzionato perfettamente. A nostro avviso è completamente proibitiva tale proposta, in quanto la salute deve essere posta al primo piano sotto ogni punto di vista. E’ pur che sono già stati annullati diversi Gran Premi, e spostati altri, ma nessuna motivazione economica può mettere in pericolo la salute dei piloti. 

 

In aggiunta, sebbene i piloti, di buona costituzione e di giovane età, potessero essere immunizzati da tale virus, dobbiamo comunque considerare l'ingente numero di persone che girano all'interno del circo della Formula 1. Pensiamo ad esempio a tutti i meccanici, tutte le persone che montano il paddock, a tutti coloro che vanno a effettuare interviste, video e tutti coloro che lavorano per la sicurezza, pensiamo ai commissari di gara, pensammo ad esempio agli steward. Tutte queste persone nel momento in cui eventualmente si organizzasse un gran premio di Formula 1, con anche un solo pilota portatore sano di coronavirus, e che non manifesta sintomi, allora si potrebbe sviluppare una forma di piccola pandemia all'interno del circus della Formula 1, che si riverserebbe su tutte le persone che successivamente sono state a contatto con gli operatori della Formula 1, in primis le famiglie. Ed è per questo motivo che la proposta di Marko è assolutamente inaccettabile, sotto ogni punto di vista. 

 

È anche vero che in altri sport stanno ipotizzando maxi raduni per concludere stagioni agonistiche. Pensiamo ad esempio alla NBA o alla Premier League inglese, ma in questo caso le disposizioni sarebbero abbastanza diverse. SI andrebbe infatti ad affittare uno o più hotel, blindati e accessibili solo a determinate persone. Si creerebbe infatti una sorta di città-stato isolata dal mondo esterno, all'interno della quale coloro che sono dentro l'hotel devono essere preventivamente controllati circa l'assenza totale del coronavirus all'interno del proprio corpo. 

 

Quello che a noi ci preme maggiormente sottolineare però è come l'impero mondo automobilistico si sia schierato contro la proposta del consulente Helmut Marko di Red Bull. A questo punto, quello che ci resta è aspettare il termine della pandemia globale per poi poterci godere nuovamente delle gare, al 100% e senza nessuna preoccupazione di nessun tipo. 


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