Il colosso giapponese sta per partire con un progetto pilota nel settore camion. Verrà studiata l’alimentazione fuel cell, con autonomia doppia rispetto a quella necessaria per un giorno lavorativo. 

Dici Toyota e pensi all’ibrido. Le ultime notizie dal web danno però la società del sol levante, attiva in un progetto che la vede in collaborazione con la Kenworth, per la realizzazione di un progetto pilota per i primi tir con propulsione a idrogeno. 

Per i più, il nome Kenworth, può non saltare subito in mente, anche se si tratta di una storica azienda statunitense che produce camion. Fondata a Seattle, nel 1923 da Harry Kent e Edgar Worthington, si specializzò fin da subito nella creazione di autocarri e autobus, quest’ultimi prodotti fino agli anni cinquanta. Passata sotto il gruppo Paccara dal primo dopoguerra, ha stabilimenti produttivi negli Stati Uniti, Quebec, Australia e Messico.

Si tratta di una collaborazione transoceanica quella che si è sviluppata per questo nuovo modello di camion rispettoso dell’ambiente. Si, perchè da un veicolo che viene spinto da idrogeno, non ci sono emissioni di Pm10 come invece succede per i tradizionali mezzi diesel

Attualmente sono stati presentati i primi tre esemplari di questa tecnologia, destinati a trasportare grandi carichi, all’interno di una flotta di dieci esemplari. La location per la presentazione è stata Los Angeles, ed è proprio nella metropoli statunitense che avranno i loro percorsi ordinari. Gli ingegneri del binomio giapponese-statunitense hanno calcolato che in media i camion che trasportano maxi carichi nell’area di Los Angeles hanno una percorrenza di rica 240-250 km. Questi nuovi camion, alimentati a idrogeno, dovrebbero garantire un’autonomia di circa 480km, ovvero il doppio di una giornata lavorativa media. 

Tutto ciò è stato possibile grazie all’utilizzo del contributo di un programma statale californiano CARB (acronimo di California Air Resources Board), il quale ha messo nelle tasche dei centri ricerca dei due produttori ben 41 milioni di dollari. Partendo dal modello T680 Classe 8 della Kenworth, è stata cambiata la struttura per permettere di utilizzare come carburante l’idrogeno. 

Quello che si spera è il fatto che questa tecnologia possa andare in qualche modo ad aprire una strada alle auto a idrogeno. Se l’auto elettrica sta prendendo sempre più piede, quelle invece con serbatoi ad idrogeno, sembrano non ancora pronte. Il motivo principale è il costo che è ancora alto e non competitivo per il rifornimento. Si pensi che per percorrere 100 km servirebbe circa un chilo, con un prezzo che varia tra i 10 euro in Europa e 14 negli Stati Uniti. Questi prezzi certamente non incoraggiano il passaggio a questa nuova tecnologia in quanto, in primis un veicolo a benzina ha un minor costo di percorrenza, ed inoltre la diffusione delle stazioni di ricarica avrebbe costi molto elevati. Un pro invece di questa tecnologia, che probabilmente arriverà fra qualche decina di anni, è il fatto di essere inesauribile e pulita. Dai tubi di scappamento non escono infatti alcuna sostanza nociva e dannosa per l’uomo o la natura. 

Tornando ad una dimensione più concreta, reale e immediata, anche un marchio dell’industria petrolifera ha deciso di installare punti di rifornimento per questa forma di alimentazione. Siamo sempre negli Stati Uniti, precisamente nelle vicinanze di Wilmington (Carolina del Nord) e Ontario (in California). 

A guardarli da fuori, questi enormi tir in perfetto stile statunitense, non sembrano diversi dai tradizionali diesel. Quello che balza all’occhio è la scritta sulla fiancata “H2 Only”, ovvero “Solo Acqua”. E chissà come saranno le città fra qualche decina d’anni senza inquinamento e con solo vapore acqueo che esce dai tubi di scappamento dei camion e delle vetture. 

Credit photo: Toyota Media press