La testata giornalistica statunitense Consumer Report ha espresso il suo parere sulle peggiori auto di quest’anno. FCA, Lexus, Toyota e Nissan si dividono questi giudizi non certo piacevoli. Vediamo insieme quali sono le vetture in questione.

 

Ogni testata giornalistica, anche per attirare un pò l’attenzione e invogliare la gente a leggere i propri articoli, effettua routinarie recensioni di vetture ogni anno. Classifiche, top 10 e quant’altro sono di ordinaria amministrazione in ogni angolo del mondo. La famosa rivista statunitense Consumer Report, ha espresso il proprio parere sulle peggiori auto che hanno avuto modo di testare in questo anno solare. Non si tratta quindi di valori assoluti, ma personali e legati a quella singola vettura e non su un’indagine di larga scala tra i consumatori di quella vettura.

 

Per quel che riguarda il comparto SUV compatti, il dito è calato sulla Jeep Compass. A dir dei giornalisti statunitense non c’è nulla di peggio in circolazione per questo comparto. Sebbene il comparto sia molto affollato, con proposte variegate da praticamente tutte le case automobilistiche, non ci sembra che questa vettura sia molto inferiore ad altri competitor diretti quali Tiguan, Qashqai o Ecosport. Chiaramente dipende anche da quale allestimento stiamo andando a recensire, ma nella media non ci sono grosse criticità per la versione base o comunque meno accessoriata. Specialmente nella guida off-road la Jeep Compass è tranquilla e gestibile, rendendo non molto condivisibile l’opinione di Jeep.

 

Per quel che riguarda il maxi SUV, il trono è occupato dalla Cadillac Escalade, il cui prezzo italiano parte da 105.000 euro. La motivazione questa volta è indicata per gli interni non molto spaziosi. E’ vero che gli statunitensi sono abituati a spazi veramente grandi e volumi che in europa non siamo ancora entrati nell’ottica di condividerli. Certo è che la terza e ultima fila di posti da sedere è un pò striminzita, rispetto ad altri maxi SUV con le medesime dimensioni all’esterno.

 

La medaglia come “berlina media, meno moderna” spetta alla Lexus IS300. Rispetto ad altre berline di segmento medio, come ad esempio all’Audi 4, Classe C della Mercedes-Benz e serie 3 della BMW, non si è molto aggiornata rispetto alle dirette concorrenti. Siamo in questo caso concordi con i colleghi statunitensi. La Lexus ha infatti puntato sull’aggiornamento dell’alimentazione, passando all’ibrido e degli interni, realizzati molto bene e che creano una sensazione di piacevolezza.

 

Nel segmento pick-up, la Toyota ha visto incoronare il suo Tacoma, come addirittura “primitivo”. Effettivamente guardando il veicolo, che non è mai arrivato in Italia, notiamo come la linea esteriore, sebbene massiccia, non è molto piacevole e filante. Reso moderno quest’anno con un aggiornamento importante dal punto di vista estetico, notiamo però ancora molto da lavorare sul piano della piacevolezza estetica. Nell’articolo oltreoceano si punta il dito anche sulla rumorosità interna e sulla posizione di guida che risulterebbe scomoda.

 

Sebbene abbia buoni volumi di vendita, la Nissan Altima è la peggior auto nel segmento di medie berline. Mai arrivata in Italia direttamente, lo sterzo risulterebbe troppo leggero e il sistema di infotainment risulterebbe poco intuitivo. In aggiunta il cambio automatico è abbastanza lento in fase di accelerazione e questo non è proprio andato giù negli Stati Uniti.

 

Come ultima auto da analizzare, troviamo la nostra 500L. Con un assetto rigido, sedili troppo piatti, una posizione di guida eretta e un punteggio di 65% nell’urto con i pedoni, secondo Consumer Report è una macchina non riuscita. E’ vero che non è stata molto aggiornata esteticamente nella parte degli esterni, ma è anche vero che fa della spaziosità e della posizione di guida rialzata, il suo punto di forza e successo in europa.

 

Che dire in conclusione. Guidatori statunitensi ed europei hanno un diverso modo di contemplare l’auto. Se per noi una Smart è assolutamente normale vederla, oltreoceano passa ancora sotto la lente d’ingrandimento per via delle dimensioni ridottissime. Ma alla fine, quello che conta è che l’innovazione complessiva del settore automotive progredisce in ogni angolo del mondo.  

 

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