Presentata finalmente la moto stradale che più si avvicina a quelle da gara. Molti componenti sono realizzati in materiale composito, con un risparmio notevole in termini di peso, ed una capacità straordinaria di decelerazione che tutte le altre moto non possono avere.

Negli stessi giorni che Ducati presenta il proprio team, insieme ovviamente alla nuova moto, per il mondiale Superbike al circuito di Imola, ecco che viene presentata una moto unica. Solo 500 esemplari verranno prodotti, per questa V4, molto simile a quella V4 SBK che ha trionfato nel CIV 2019 con Michele Pirro. 

Il divario tra moto da corsa e quelle stradali si sta assottigliando a quanto pare. Ducati ha voluto alzare ulteriormente l’asticella nel creare una moto, prodotta con materiali di altissima qualità tecnologica. Maggiore qualità, maggiore resa. In questo modo, anche la guidabilità ne risente, in termini positivi. Vediamo insieme i dettagli.

La V4 in questione è la prima moto, omologata per uso stradale, che è realizzata in buona parte con materiale composito. Stiamo parlando del telaio, il forcellone, i cerchi ed il telaietto: tutte componenti della ciclistica ovviamente, il che fa pensare ad un miglioramento anche della guidabilità. Ed infatti, le supposizioni hanno già trovato un riscontro oggettivo. In un test effettuato da Alessandro Valia, tester ufficiale di casa Ducati, la moto è arrivata al Mugello ad appena 2 secondi dai tempi di Michele Pirro, a bordo della V4 SBK. Non proprio la fotocopia, ovviamente, ma un risultato più che ottimo, se si pensa ai milioni di euro che vengono impiegati per spingere una moto nei vari campionati agonistici.

Ad essere sinceri, questa V4 è addirittura meglio delle attuali MotoGP in un aspetto. Ci riferiamo all’efficienza della carenatura, estremamente modellata in forme aerodinamiche e realizzata in fibra di carbonio. Come piccola precisazione, dobbiamo dire che su questo aspetto le MotoGP hanno una stringente regolamentazione che impedisce loro di spingere su questo punto a livello di ricerca e sviluppo. 

Tornando su un piano descrittivo della singola moto, la V4 ha delle importanti appendici aerodinamiche biplano, che forniscono un carico verticale di 50 chili di “downforce” alla velocità di 270 km/h, con un aumento di ben 20 chili rispetto alla V4 MY20 e V4 R. Per chi non se ne intende moltissimo di moto, questi dati potrebbero non risultare interessanti, ma sono senza dubbio fondamentali. Un aumento di carico verticale, di questa portata, non fa altro che dare un grosso beneficio al centauro, nel momento in cui la moto ha la tendenza a impennarsi. Senza dimenticare il fatto che, in questo modo, è molto più stabile in fase di frenata. 

A livello di motore, abbiamo una cilindrata di 998 centimetri cubici, reso più leggero di quasi 3 kg, rispetto alla V4 di 1.103 centimetri cubici. La potenza massima ottenibile è 224 cavalli, se si usa con configurazione stradale, i quali possono arrivare a ben 234, nel caso si installi lo scarico Akrapovič in titanio. 

Come plus sportivo, abbiamo anche l’utilizzo della frizione a secco e della regolazione manuale del sistema desmodromico della distribuzione. A livello elettronico, sembra veramente di essere in pista. Sono infatti presenti tre Riding Mode, ai quali si aggiungono 5 modalità totalmente programmabili dal pilota, o dai piloti che gli fanno seguito. 

Il prezzo? Nessuna informazione in merito. Ma per gli appassionati del mondo Ducati, saranno sicuramente quisquilie, in cambio di tutta questa sportività da corsa, resa stradale.