In una corsa continua all’introduzione di nuove forme di alimentazioni, Mercedes presenta il primo SUV spinto da un motore elettrico, al quale si affianca una propulsione a idrogeno. Quello che sembrava essere relegato ad essere una forma di alimentazione minoritaria, potrebbe creare un connubio perfetto per l’ambiente.

 

Mai essere sicuri che una tecnologia, nell’ambito automotive, non venga sviluppata completamente. E’ il caso ad esempio dell’idrogeno, finora mai veramente sviluppato da nessuna casa automobilistica, seppure con quale eccezione. Ecco perché un ritorno di fiamma relativo a questa forma di alimentazione è quanto meno importante, sia per la futura mobilità, sia a livello di progresso tecnologico. In Germania e Giappone le prime vetture consegnate con questa nuova tecnologia ibrida.

 

Con un prezzo di 799 euro al mese, possiamo accaparrarci un veicolo con scatto fulmineo e l’assenza totale dei classici ronzii tipici delle celle a combustione. La base di tutto, neanche a dirlo, è il collaudato sistema plug-in, dove l’elettrico da uno spunto iniziale e permette un’autonomia di un tot di chilometri completamente in modalità zero emissioni. Non appena termina questa ricarica, oppure si preme l’acceleratore in modo vigoroso, allora entra in funzione il motore a idrogeno. Sia con uno, sia con l’altro, in entrambi i casi non esce un solo grammo di PM10 dal tubo di scarico, con un rispetto totale sia per l’ambiente, sia per la nostra salute.

 

Quello di cui stiamo parlando non è però qualcosa di isolato, dato che altre case automobilistiche si stanno muovendo per trovare la propulsione, o la combinazione di esse, del futuro. Toyota ha presentato Miral, l’auto da 500km con un pieno di idrogeno, venduta a circa 6.000 persone tra Giappone e California, mentre la Honda dispone della FCX Clarity. In Europa è stata realizzata una joint-venture, ovvero un accordo tra diverse società, con lo scopo di andare a perseguire un intento di collaborazione comune. Stiamo parlando di Daimler, Linde, AIr Liquide, OMV, Shell e Total. Il nome scelto? H2 Mobility Detschland GmbH.

 

Mercedes ha già a listino alcuni modelli con propulsione ibrida plug-in. Un ruolo fondamentale su questi modelli è il computer di bordo, il quale, in base alla destinazione che il pilota ha impostato, può suggerire un percorso più efficiente dal punto di vista dei consumi e del rispetto dell’ambiente, oltre che un uso più consapevole del pedale dell’acceleratore. Nel caso il guidatore consenta alla modifica, inoltre, la vettura può prendere il controllo del veicolo, sia per quel che riguarda la frenata, che l’accelerazione. In questo modo, in una discesa, sarà possibile recuperare energia, mantenendo costante la velocità della vettura.

 

Insomma, speriamo che questo debutto in Germania e Giappone di questa nuova combinata di alimentazione, sia estesa anche in Italia. Andando in terra tedesca, infatti ci sono circa 100 colonnine a idrogeno, per una ricarica della vettura, numero destinato a raggiungere le 400 unità nel 2023. E l’Italia? Attualmente è attivo solo l’impianto in Alto Adige, anche se altri impianti sono pronti al debutto nel nord e centro Italia. Chissà se questa Mercedes Glc F-Cell sia l’artefice di un cambiamento di politica sull’alimentazione: non solo elettrico, ma elettrico sorretto dall’idrogeno e viceversa.

Credit photo: Mercedes media press