Non appena accendiamo la televisione, notiamo subito come le pubblicità del mondo Automotive, siano concentrate quasi totalmente sulla transizione ecologica. Una domanda interessante è legata alla necessità di questa transizione ecologica, e se davvero l'elettrico è inevitabile. 

Ovviamente non possiamo dare una sola e univoca risposta, in quanto il discorso è davvero immenso e molto ampio. Esistono moltissimi attori economici, e ruoli che devono essere rispettati all'interno di questa domanda. 

All'interno di questo articolo, osserveremo in particolare il ruolo delle istituzioni e il loro peso nella tempistica e nel cronoprogramma del cambiamento. Le singole case Automotive, infatti, non possono andare a rivoluzionare autonomamente un mercato complesso, come quello automotive.

Deve essere creato un contesto, ben strutturato, di ruoli e di regole e tutto c'è questo deve essere delineato da una policy maker, ovvero dalle istituzioni. Queste ultime, infatti, hanno il compito di dettare tempi e sancire eventuali sviluppi a livello legislativi. 

Come tutti sanno, esiste un piano con precisi obiettivi di decarbonizzazione, a livello mondiale, previsti per il 2050. Ovviamente oggi siamo nel 2022, e questa data potrebbe sembrare molto distante. Visto lo sviluppo delle auto elettriche, ma anche le problematiche di commercializzazione di queste ultime, legate al problema dei microchip e dello sviluppo delle batterie elettriche, dobbiamo comunque realizzare un piano di crescita progressivo. 

A tal proposito, il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, prevede che nel 2030 ci sarà un parco auto composto da 4 milioni di auto elettriche e 2 milioni di auto ibride plug-in. Ovviamente questa previsione potrà essere rivista al rialzo o al ribasso, a seconda degli incentivi che il Governo italiano vorrà mettere sul piatto nei prossimi anni. 

Negli ultimi mesi sono state delineate però le linee guida, che hanno visto il Governo italiano molto attivo su tale ambito. In considerazione del pacchetto Fit for 55 dell'Unione Europea, che prevede nel 2050 un parco auto circolante al 100% a zero emissioni, molto deve essere ancora delineato. 

Per raggiungere però un 100% di auto elettriche fra 28 anni, la domanda delle auto elettriche dovrebbe però aumentare in modo esponenziale ed essere di gran lunga superiore a quelle attualmente in essere. Per questo motivo, è necessaria una pianificazione di politiche a supporto, ben oltre il 2030 come attualmente lo Stato Italiano ha attualmente in essere. 

Queste politiche hanno l'obiettivo sia di abbassare il prezzo di acquisto delle vetture elettriche, ma anche di aiutare le case automobilistiche in tutta una serie di politiche infrastrutturali. 

Secondo le stime, le auto elettriche e quelle tradizionali arriveranno ad avere dei prezzi simili, a partire dai segmenti più bassi, non prima del 2030. Ecco perché il Governo italiano ha deciso di delineare una serie di incentivi, solo fino al 2030, permettendo quindi un allineamento dei prezzi in una fase successiva. 

Possiamo dire quindi che siamo all'interno di una fase transitoria, fondamentale ovviamente per ben strutturare il futuro della mobilità sostenibile. In questa fase, infatti, le istituzioni hanno il compito di prevedere ovviamente degli incentivi sull'acquisto, ma anche delle agevolazioni strutturali, come abbiamo detto prima. 

Per scendere nel concreto, dobbiamo ipotizzare la realizzazione di industrie che siano in grado di realizzare delle batterie elettriche, ovvero le famose gigafactory. Il successo delle auto elettriche, non passa semplicemente dalla realizzazione di vetture belle e futuristiche, ma anche dalla produzione all'interno del nostro bel paese, di tutta una serie di micro imprese che permettano di essere autonomi nella creazione delle batterie elettriche. 

Anche in considerazione dello sviluppo del commercio internazionale, tutti noi possiamo affermare come l'indipendenza economica sia quanto più strategica. 

Il Governo italiano dovrà ben presto delineare anche altri studi di alimentazione a zero emissioni, come ad esempio idrogeno e carburanti sintetici. Sebbene siano state evidenziate delle convenienze non ottimali, per i consumatori, è anche vero che non possiamo escludere alternative in termini di alimentazioni per un futuro. In questo modo, possiamo avere una diversificazione, anche a seconda anche della tipologia di mezzo che andiamo a porre in esame. Molti studi e molte aziende, affermano infatti che l'idrogeno potrebbe essere ottimamente utilizzato all'interno dei camion, i quali potrebbero ricaricare le proprie bombole, in pochissimo tempo per percorrere poi moltissimi km. 

Ecco quindi come il ruolo delle istituzioni sia fondamentale per andare a evidenziare un piano strutturato e coordinato, anche all'interno delle aree di servizio. 

In Italia, i luoghi di rifornimento non mancano, ma sono quasi sempre caratterizzati da una velocità di ricarica medio/bassa, che non permette quindi alle vetture di ricaricare in pochissimo tempo la propria batteria. Molto spesso, le persone decidono di non acquistare una vettura elettrica in quanto sono ben consapevoli che attualmente i tempi di ricarica sono lunghi e non permettono quindi alle persone di ricaricare velocemente la propria auto. Con lo sviluppo delle batterie ad alta capacità di ricarica, potremmo quindi vedere un aumento della vendita delle auto elettriche. 

Se il Governo italiano riuscisse a delineare in modo chiaro e concreto, un piano di sviluppo e un piano coordinato di progressivo progettazione delle aree di servizio delle batterie elettriche, ecco come le auto elettriche potrebbero davvero decollare in termini di sviluppo e di vendite.

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