La storia dell'ingegneria meccanica ha visto realizzare una serie di veicoli abbastanza discutibili, sul lato dell’estetica e dell’utilità. Vediamo insieme questi pazze idee progettuali.

 

Realizzata una cosa, trovata subito la propria elaborazione. E’ più o meno così che succede nel mondo dell’automotive. Il mondo è infatti sconfinato e spesso anticipa le mode degli anni seguenti, andando a cercare soluzioni tecnologiche ed estetiche sempre nuove. E se non si tratta di puro tuning estetico o meccanico, parliamo comunque di una serie di possibili modifiche, a volte fatte per passione nel trovare soluzioni innovative, altre volte fatte per stupire.

 

Senza andare nel medioevo, dove gli i veicoli moderni non c’erano e le varianti di calessi, carri e quant’altro erano pressoché infinite, con destinazioni civili o militari, la traccia moderna di “follia” costruttiva di un veicolo, risale negli ultimi anni del 1800. Siamo nella Francia del 1896 e nel porto di Saint-Denis, quando il mondo ammirò un moderno dinosauro anfibio. L’idea del progettista Ernest Bazin, era quella di realizzare una barca che avesse degli enormi dischi, simili ai battelli di New Orleans, con la funzione sia di propulsione, sia quella di permettere una facile fuoriuscita dall’acqua. Sulla carta era molto affascinante, ma purtroppo i test iniziali dimostrarono problematiche di stabilità e velocità e l’inventore morì prima di riuscire ad apportare le modifiche necessarie per un utilizzo profittevole.

 

Rimanendo in ambito marino, nell’anno del debutto della nuova 500, ovvero il 1957, fu presentato un veicolo che aveva al posto dei normali pneumatici, dei rulli gonfiabili che permettevano di distribuire in modo perfetto il peso del mezzo, anche se in una parte del rullo, si trova un ostacolo. Tale aspetto permetteva di essere ottimale su sabbia, neve e acqua, ma aveva problemi di potenziale foratura: un sassolino poteva infatti bucare questi rulli, andando quindi a danneggiare pesantemente il continuo del percorso del mezzo. Il nome? Rollligon Chevrolet Truck arc 1957

 

L’acqua è ambiente fertile per mezzi particolari. Un esempio è Volkswagen Schwimmwagen, prodotta in ben 15.000 esemplari, durante la seconda guerra mondiale. Con due cassoni per il galleggiamento e un elica montata nel retrotreno, il mezzo era destinato per lo più per attività di ricognizione e fuga, grazie al perfetto galleggiamento che riusciva a garantire. Il progettista era un nome non indifferente, ovvero Ferdinand Porsche. La fine della produzione coincise con fine della seconda guerra mondiale, e con le pesanti conseguenze economiche in territorio tedesco, che resero non fondamentali il possesso di tale mezzo.

 

Zil 4906 "Bluebird" era invece il mezzo perfetto, ideato dall’azienda russa Zil, per recuperare i cosmonauti, ovunque atterrassero. Siamo nel pieno dell’esplorazione dello spazio, negli anni ‘80, e i russi stanno pensando ad un mezzo per andare a recuperare in un qualunque posizione nella terra, i propri cosmonauti, di ritorno da una missione spaziale. Ne nasce così un mezzo a sei ruote, che a vederlo sembra un moderno anfibio dei vigili del fuoco, con una particolarità segreta alla vista. Il doppio sterzo, per una maneggevolezza senza precedenti.

 

Rimanendo sulle sei ruote, i mezzi particolari, realizzati per le più disparate motivazioni, sono pressoché sconfinati. Quella più particolare è sicuramente la Gaz VM, ovvero la versione cingolata della vettura da gangster per antonomasia. Con la possibilità di montare addirittura gli sci nelle ruote anteriori, per una presa ottimale anche sulla neve. A guardarla di lato, fa quasi timore, vedere questi grossi cingoli che permettono una trazione totale. La vettura perfetta per girare senza bisogno di un gatto delle nevi, sulle piste delle rinomate località invernali.

 

Una trazione altrettanto eccellente era in dotazione anche alla Renault 5 in versione 6x6. Sì, non è un errore di battitura, ma parliamo veramente di sei ruote che fungevano per la trazione perfetta. Fatta partecipare addirittura alla Parigi-Dakar negli ultimi anni ‘70, dopo circa 200km è stata costretta al ritiro e dal quel giorno si sono perse le tracce di sviluppi commerciali.

 

In età contemporanea, la Brabus ha deciso di realizzare un modello della maxi suv G, con motore V8 da 700CV e 960Nm. Lo spoiler anteriore, led, un’altezza da terra che sembra più un mezzo militare che civile, ha sei ruote, posizionate quelle posteriori, sotto il cassone. Sembra che la polizia di Dubai ne possegga una, per muoversi più velocemente. A guardarla, così come tutti gli altri progetti, colpisce però la particolarità che possiede. Quest’anima di unicità, e di voglia di distinguersi che corre lungo le carene di questi progetti a metà tra il futurismo e la spinta creativa artistica del progettista. In conclusione, saranno pur strani queste veicoli, ma sono per sempre degli ottimi esempi di avanzamento progettuale del mondo automotive.



 

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