E’ arrivato il momento del sorpasso, che molti aspettavano da tempo. L’azienda produttrice di auto totalmente elettriche ha superato, in borsa, il valore di un mostro sacro come VW. Bolla speculativa? A cosa è dovuto questo super valore?

 

Il mondo dell’auto è complicato, fatto di accordi, di fusioni, di collaborazioni, ma anche di scissioni e tentativi di scalata. Non è detto che chi è in questo settore da decenni, veda inalterato il proprio lustro, a discapito di nuovi player del mercato. Capitali freschi e nuove tecnologie, possono infatti essere devastanti per i vecchi giganti, che casomai hanno una struttura enorme e diffusa in ogni parte del mondo. 

 

E’ il caso di Tesla e Volkswagen, l’azienda giovane e quella che esiste da sempre. Dici VW e pensi a qualità tedesca, linee classiche, non troppo innovative, ma vetture solide e realizzate in maniera da durare nel tempo. Chi non si intende di finanza, o per lo meno, non lo fa di professione, penserebbe che un’azienda così, dovrebbe essere solida anche in borsa, con basi stabili, potenzialmente profittevole nel caso si decidesse di investirci parte dei propri risparmi. Peccato che in realtà la borsa non funziona così.

 

Già, perché molto è legato a quello che l’azienda trasmette al pubblico. All’immagine, al senso di scalabilità ed alle prospettive. Ed allora Tesla è l’immagine perfetta, quasi da libro di economia all’università, da far studiare agli studenti. Un’azienda altamente tecnologica, una new entry, che ha portato un’idea che sta lentamente scardinando i rigidi gessati dei consigli di amministrazione della case automobilistiche, finora incentrate nel concetto dei motori termici. 

 

Si va a benzina e diesel? Bene, Tesla propone l’elettrico. I dati di diffusione non stanno ancora convincendo troppo, ma dal punto di vista della percezione dell’azienda, allora l’obiettivo è stato centrato. 

 

E’ bastato confermare l’anticipo previsto per la commercializzazione della prossima Model Y (il nuovo crossover elettrico), aprire una fabbrica a Shanghai per consegnare le prime Model 3 in Cina già in questi giorni, per avere un balzo in borsa del 35%, solo da inizio 2020. E chi pensa che l’evento della presentazione del CyberTruck sia qualcosa di fallimentare, noi pensiamo che sia stato invece un’abile mossa di marketing che ha portato Tesla ad essere sulla bocca di tutti per una buona parte dell’ultimo 2019. Costo dell’operazione? Zero. Interesse sui social? Enorme.

 

Scendendo nei dettagli, negli ultimi 3 mesi, il valore del titolo in Borsa è aumentato del 120%, con un +35% da inizio anno (come dicevamo). Questo significa che aumenterà per sempre. No, assolutamente no e decisamente no. In questo momento vale più di Volkswagen da sola (o Ford e General Motors messe insieme). Il valore dell’azienda nel futuro dipenderà molto dalla diffusione delle infrastrutture elettriche, soprattutto in Cina. Gli analisti di New Street Research affermano che dovrebbe, se tutto fila liscio, vendere tra le 2 e le 3 milioni di vetture dopo il 2025. Questo dato dovrebbe infatti giustificare la capitalizzazione di mercato di 230-250 miliardi di dollari, che tradotto per singola azione parliamo di 1.100-1.700 dollari. 

 

Un’enormità, che potrebbe valore ad Elon Musk, proprietario e fondatore della Tesla, un bonus premium di addirittura 55 miliardi nei prossimi 5 anni, se riuscisse a mantenere il valore dell’azienda, al di sopra di una certa soglia di capitalizzazione per una tot di settimane, oltre ovviamente ad obiettivi di vendite, margini e profitti netti. 

 

Insomma, entriamo veramente nel centro del mondo elettrico e della rivoluzione verde. Quanto questo cambiamento sarà portato avanti da Tesla, o da un altro player del mercato, ora non lo possiamo sapere, dato che il vero cambiamento arriverà verosimilmente tra qualche anno.

 

Credit photo: Tesla media press website