Il mondo della nautica ultimamente si sta dimostrando interessato ai discorsi su un impatto ambientale più rispettoso. Forme di alimentazioni alternative e applicabili ai tradizionali motori, si stanno affacciando timidamente sul mercato. Un esempio di cambiamento è il catamarano spinto da un motore ad idrogeno.

 

Venezia, Bari, Messina, Stromboli, Salerno, Montecristo, Elba, Saint-Tropez e poi Baleari. Sono queste le tappe che Energy Observer, il catamarano a idrogeno, ha toccato per sensibilizzare le persone e le comunità al problema del surriscaldamento globale e della possibilità di utilizzare alternative fonti di propulsione, anche nel mondo della nautica. Se una volta le barche erano spinte solo dalla forza dei venti, con l’introduzione dei motori anche nel mondo marino, l’inquinamento dei mari ha subito un netto aumento. I porti sono probabilmente i luoghi che, se non tenuti a dovere, è più probabile vedere i risultati più eclatanti. Chiazze di carburante sono solo un esempio di un mondo in rapida trasformazione e che si spera possa tornare pulito da un punto di vista ambientale.

 

A capo di tutto questo progetto ambientale, autore anche di altre importanti e storiche imbarcazioni, è Nigel Irens. Caratterizzato da una semplicità stilistica, da non confondere con banalità, ha fatto delle linee pulite il proprio cavallo di battaglia. Probabilmente i più appassionati se lo ricorderanno aver disegnato Adventure, trimarano di 35 metri della circumnavigazione del 1998. Ma non si tratta di un designer strettamente legato al mondo delle barche da gara o record, ma anche di un eccellente firma per quel che riguarda innovativi cruiser, come il Roxane, o altre barche quali il Westernman o Rangeboat.

 

Tornando al nostro catamarano a impatto zero, è stato costruito da Canadair e varato nel 1983 con il nome di Formule TAG, fu il primo catamarano costruito con il mix di materiali kevlar e carbonio. Le dimensioni erano importanti, ben 75 metri, sfruttati al meglio da Mike Birch per il record di velocità sulle 24 ore: 970 km in un giorno.

 

Dopo una serie di disavventure quali incendio, problemi all’albero principale e altro, fu messa in vendita e acquistata nel 1993 da Sir Peter Black e SIr Robin Knox-Johnston per prendere parte al Trophée Jules Verne. Dopo un primo anno che non era proprio in linea con le aspettative, l’anno seguente pone l’accento sul record nelle 24 ore.

 

Gli anni a seguire sono ancora caratterizzati da record e cambi di proprietà e nome. Tracy Edwards, Tony Bullymore si alternarono come proprietari, mentre i nomi cambiarono in Lady Endeavour, Spirit of Endeavour, Royal & SunAlliance, Team Legato, Daedalus, Doha, Spirit of Antigua. Ma il vero cambiamento fu quando arrivò Fred Dahirel, che nel 2013 la trasformò in un catamarano spinto da due motori elettrici ad alimentazione solare, eolica e idrogeno.

 

Subito dopo il cambio di alimentazione, all’interno del progetto entra Victorien Erussard, attuale comandante dell’Energy Observer. Con questa nuova vita, anche sociale e ambientalista, il catamarano inizia a girare il mondo per diffondere il proprio messaggio di impatto zero. Con un tour che è partito nel 2017 e terminerà nel 2022, cercherà di approdare a quanti più porti al mondo per far conoscere l’importanza di una sostenibilità marina.

 

Attualmente il catamarano non ha più vele, ma si sposta grazie a due motori elettrici da 41km, ricaricati da 141mq di pannelli fotovoltaici. In aggiunta a questi, si registrano due impianti eolici, un compressore di idrogeno, due serbatoi di idrogeno da 332 litri, una pila a combustibile per permettere all’idrogeno di trasformarsi in elettricità, oltre a due batterie a ioni di litio da 440v.

 

In conclusione, cosa apprendiamo da questo articolo, che è poi quasi una storia? Comprendiamo come e in che modo la scienza possa venirci incontro in ambito di progressi una volta quasi impensabili. E chissà se un giorno questa tecnologia potrà essere applicata e sfruttata in modo largo e diffuso da tutte le imbarcazione, senza aver costi importanti. Sarebbe un impatto assolutamente zero, ma notevole per il nostro pianeta.

 

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