Nata a metà ottocento, si è saputa reinventare e stupire ad ogni edizione. Dai velieri ai moderni catamarani, è un mix di tecnologia, società ed adrenalina pura. Nel 2021 la prossima edizione, dove il team New Zealand cercherà di difendere il titolo conquistato alle Bermuda 2 anni fa. 

 

Tutto iniziò il 22 agosto del lontano 1851, quando il veliero battente bandiera inglese “Royal Yacht Squadron” decise di sfidare il “New York Yacht Club” in una sfida attorno all’isola di Wight. Per i meno esperti di geografia, si tratta di un’isola posta a sud del Regno Unito, nel canale della Manica, da sempre territorio inglese. Una sfida in casa quindi, che non doveva produrre alcunchè se non una vittoria per gli inglesi. Il risultato finale fu ben diverso, con l’imbarcazione statunitense “America” che inflisse 8 minuti di distacco alla prima barca inglese. Il trofeo volò oltre oceano e il nome fu anche cambiato, da “Queen’s Cup” ad “America’s Cup”, in onore della prima imbarcazione vincitrice. 

 

Oltre un secondo durò l’imbattibilità degli americani, con ben 25 sfide vinte di seguito, un record attivo ancora oggi in tutti gli sport finora praticati. Siamo nel 1983, quando sei sindacati introdussero delle sfide eliminatorie per decidere chi fosse il migliore sfidante per cercare di portare via il titolo agli americani. Nacque così la Louis Vuitton Cup, alla quale parteciparono diverse imbarcazioni tra le quali anche “Azzurra”, la barca italianissima dello Yacht Club Costa Smeralda e finanziata tra gli altri, anche da Gianni Agnelli. Il famosissimo Cino Ricci fu lo skipper, mentre il timoniere era Mauro Pelaschier. La nostra imbarcazione arrivò terza tra gli sfidanti, mentre la vincere la prima edizione della Louis Vuitton Cup fun Australia II, imbarcazione dell’omonima nazione. Tratti caratteristici di questa barca era la particolare chiglia con bulbo rivoluzionario, tenuta in tutti i modi segreta, fino all’immersione segreta di Niki Mosca per spiarne i volumi e la realizzazione. Con un risultato di 4 regate vinte a 3, l’America’s Cup volò per la prima volta fuori gli USA, dopo essere stata conquistata nel 1851. Ben 132 anni di dominio. 

 

Dopo 4 anni, era di nuovo tempo di America’s Cup, ma questa volta i veri protagonisti furono i tribunali e gli avvocati di difesa e accusa. Tra i mille cavilli di un regolamento mai stringente, gli statunitensi presentarono la “Stars and Stripes”, una serie di imbarcazioni guidate da Dennis Conner, che ebbe la meglio sulle altre sfidanti e sul team australiano. 

 

E di nuovo, un cambiamento. Nel 1988, un anno dopo aver riportato la coppa negli USA, le regole furono ancora cambiate. Fu introdotta l’International America’s Cup Class, che andò a sostituire i 12 metri. Introdotta nel concreto nel 1992, rimase inalterata la formula fino al 2007. Regole cambiate, proprietario cambiato. Se nel 1992 fu nuovamente America a vincere, nel 1995 e 2000 una nuova nazione mise le mani su questa fantastica coppa. Stiamo parlando della Nuova Zelanda, che sconfissero Young America e Luna Rossa rispettivamente nelle due edizioni. Il vero shock a livello mondiale arrivò però nel 2003 quando Alinghi, imbarcazione Svizzera, guidata dal neozelandese Russell Coutts, sconfisse Team NewZealand e riportò la coppa in Europa dopo che vi era stata solo per la prima edizione. Erano passati 152 anni. Una vittoria confermata anche quattro anni dopo, nel 2007, quando Alinghi difese con successo l’attacco nuovamente di Team New Zealand. Se nel 2003 la sfida si concluse con un punteggio di 5-0, nella seconda serie di gare, il duello fu un minimo più serrato, concludendosi 5-2.

 

Era Valencia il porto scelto dagli svizzeri, per difendere nel 2010 la coppa, che se nel 2007 aveva portato fortuna, così non fu tre anni dopo, quando BMW Oracle Racing, battenti bandiera USA vinsero sia in acqua, sia in tribunale, per via delle ormai eterne dispute a colpi di carte bollate. Vittoria confermata anche nella 34esima edizione, ma non nel 2017, ultima edizione dove furono Team New Zealand i vincitori della coppa. Una vittoria maturata dopo anni di studi sui catamarani. Nel 2013 cambiarono le regole, possiamo dirlo un’altra volta, e i tradizionali scafi che siamo abituati a vedere solcare nelle regate classiche, furono sostinuiti dai velocissimi catamarani. Nell’ultima edizione, organizzata alle Bermuda, gli statunitensi si sentivano molto sicuri di sé e la stessa organizzazione, molto elitaria, sembrava presagire una vittoria scontata. Ed invece non fu così. 7-1 fu il risultato finale per Team New Zealand, con un risultato finale mai in discussione. 

 

Regno Unito, Stati Uniti, Canada, Irlanda, Australia, Nuova Zelanda, Italia, Svizzera. Sono queste le nazioni che nel corso dei suoi 168 anni di vita, si sono avvicendati per trovare un vincitore. Con un dominio totale degli Stati Uniti durato 132 anni, possiamo dire che ci sono ancora moltissimo da dire e scrivere per quel che riguarda le prossime edizioni. Appuntamento quindi al 2021, marzo per la precisione, nella baia di Auckland (Nuova Zelanda). L’italiana Luna Rossa, gli statunitensi American Magic e i Britannici Ineos Team Uk sono gli unici che hanno presentato domanda ufficiale di partecipazione. Altri team stanno valutando. La nostra speranza è l’aumento del numero di partecipanti, in quanto maggiore è il numero degli sfidanti, maggiore è il tasso di competitività della 36esima edizione della America’s Cup. 

 

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