E’ il rischio, più che concreto a seguito delle modifiche delle norme attualmente in vigore sulle accise dei carburanti. Come effetto, un aumento complessivo del costo della vita per tutti noi, anche per chi non possiede vetture diesel.

 

In economia esistono principalmente due modi per incentivare un aspetto, e per opposto ostacolarne un’altro. Possiamo infatti andare ad elargire delle sovvenzioni o contributi, oppure applicare delle tasse. Nel primo caso il potenziale acquirente è attratto dalla situazione conveniente, ed è incentivato ad acquistare il bene. Nel secondo caso invece è ostacolato nell’acquisto finale. Molto semplice. Il diesel ha da sempre beneficiato dello sconto sulle accise, ovvero le tasse statali, epoca che però sta per finire. 

 

Il decreto “Ambiente” sta infatti andando a modificare i prezzi di quello che abbiamo attorno. Tra i tanti aspetti che stanno per essere modificati, abbiamo anche il prezzo del diesel. Fra qualche settimana, lo vedremo costare alla colonnina del distributore, tanto quanto la verde. Ma ha senso tutto questo?

 

Va bene che siamo in pieno cambiamento di alimentazioni nelle vetture, ma forse tutto questo avviene in modo troppo veloce per un cambio immediato delle vetture. Se Mercedes ha comunicato qualche giorno fa che continuerà a sviluppare motori termici come benzina e diesel, anche dopo l’attuale generazione, il mondo dell’automotive non è ancora pronto al passaggio all’elettrico. E’ vero che molti passi sono stati fatti nell’autonomia delle batterie, ma è sempre pur vero che non in tutte le parti d’Italia le colonnine di ricarica delle vetture a zero emissioni sono facilmente accessibili. 

 

Per non parlare poi del costo degli alimenti e delle merci. Ricordiamoci sempre che circa l’85% dei prodotti che noi acquistiamo, sono trasportati da gomma. In questo modo avremmo un aggravio sulle tasche degli autotrasportatori, che verrà riversato sui prezzi al consumo finale. Come aspetto aggiuntivo, verranno fermati i rimborsi nei confronti dei camionisti. 

 

Quello che è successo in Francia, qualche mese fa, ovvero la protesta dei gilet gialli, sui rincari legati alla gestione dell’auto, sembra in arrivo anche in Italia. Tutto ciò nel segno dell’ecologia, o meglio della soluzione più immediata e più d’impatto per seguire un processo, quello di tutela dell’ambiente, che non ha certamente nell’auto l’aspetto primario di inquinamento principale.
 

A volte sembra infatti che i governanti, e non ci riferiamo a quelli del nostro paese, siano in cerca delle soluzioni maggiormente visibili e più facili da attuare. Per fare un vero cambiamento “verde” infatti bisognerebbe investire pesamente nelle energie rinnovabili, di qualunque forma, invece che portare avanti la battaglia sul diesel. Paesi come gli USA o la Cina che non partecipano al Summit mondiale per il surriscaldamento, e che continuano a produrre energia con gran parte delle fonti, da origine non rinnovabile, sono i veri fautori di un sistema che sta portando la Terra, ad un livello di criticità ambientale notevole. 

 

Aumentare quindi il prezzo del diesel quindi, non solo può essere controproducente per l’economia italiana nell’immediato, per creare una stagnazione degli acquisti, per via dell’aumento dei prezzi, ma potrebbe non essere neanche utile nel medio lungo termine se non viene supportato da un cambiamento della filosofia di produzione dell’energia elettrica. 

 

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