Spedire un’auto su Marte potrebbe sembrare una scelta folle e impossibile da realizzare. Tesla ci sta per riuscire, grazie ad una collaborazione con l’azienda aerospaziale Spacex. Marketing e voglia di stupire stanno alla base di questo progetto.

 

Il marketing è alla base di tutto, specie nel settore automotive. Tesla, la nota azienda statunitense specializzata nella produzione di veicoli elettrici, pannelli fotovoltaici e sistemi di stoccaggio energetico, ha lanciato il 6 febbraio scorso un suo modello, su Marte. Il vettore è l’aerospaziale Falcon Heavy, prodotto dalla Spacex, società di proprietà sempre di Elon Musk, amministratore delegato di Tesla. Un viaggio in famiglia insomma, per stupire il mondo, con un viaggio non solo chilometrico, ma anche visionario e filosofico.

 

Con un’altezza di 70 metri, una massa di 1.420 tonnellate e propulsori da 7.607 KN in fase di decollo, il Falcon Heavy si è staccato da terra a inizio febbraio con a bordo una roadster Tesla di prima generazione. Dopo una serie approfondita di studi e fasi di avanzamento del progetto, la prima autovettura della storia è stata spedita in orbita, grazie alla spinta di due razzi propulsori, necessari per la partenza e un primo stadio che ha terminato il suo compito dopo poco tempo. Tali razzi, sono rientrati nella terra, mentre il secondo stadio, ovvero quella parte del Falcon Heavy deputata a proseguire il viaggio verso Marte con la Tesla al suo interno, ha continuato il viaggio. Questo secondo stadio è spinto da un motore ottimizzato per il vuoto, viste le condizioni dello spazio aperto, con una spinta di 934kN, ottimizzato anche per quel che riguarda l’affidabilità nei sistemi di riaccensione.

 

Celebrata nel 2015 da Forbes come l’azienda più innovativa al mondo, Tesla è riuscita ancora una volta a stupire il mercato e contemporaneamente il mondo intero. Fondata nel 2003 con il nome di Testa Motors nel Delaware, ha ora la principale sede a Palo Alto, cittadina di sessantamila abitanti, diventata un culto per gli appassionati di tecnologia, visto l’elevato numero di aziende hi-tech che ospita. Sarà quindi la vicinanza geografica tra le diverse società, o più semplicemente la follia creativa di Elon Musk, che lo deve aver spinto ad aver realizzato tutto questo. Tesla si è sempre distinta per una voglia di rinnovare il modo di considerare l’auto, prima con l’auto elettrica, poi con la guida automatica e ultimamente con gli accumulatori di carica elettrica domestici.

 

A partire dal 2008 fu commercializzata la prima Roadster, il veicolo che è stato poi mandato su Marte. Tale modello era commercializzato per una cifra di circa cento mila dollari e permetteva un'accelerazione 0-100 km/h in appena 3,7 secondi, con una velocità massima di 201km/h, un dato notevole per le allora auto elettriche. Dopo due anni, dalla presentazione del prototipo (avvenuto nel 2006), la roadster rimase in vendita fino al 2012, con vendite totali per 2.250 unità. Numero importanti per un’auto basata su una Lotus Elise, ma modificata profondamente fin dal propulsore, un motore a corrente alternata il cui design deriva direttamente dai disegni del 1882 di Nikola Tesla. Il successo della roadster permise alla casa hi-tech di Palo Alto di sviluppare le moderne Model S e Model X, berline alla portata di un pubblico più ampio. A supporto di queste supercar, Tesla ha iniziato ormai da diversi anni, la realizzazione delle Supercharger e Destination Charger, ovvero colonnine di ricarica veloci e lente, a seconda che siano montate in autostrada o a fianco delle strutture ricettive nelle località turistiche. Stiamo quindi parlando di un vero e proprio progetto di cambiamento del nostro modo di mobilità, a cui Tesla investe moltissima attività in processi di ricerca e sviluppo.

 

Mentre state leggendo questo articolo, comodamente seduti sulla vostra sedia, poltrona o altro, la vettura sta viaggiando ad una velocità di 36.000 chilometri all’ora, ovvero dieci chilometri al secondo, e si trova a circa a 40 milioni di chilometri dalla Terra. A bordo c’è un manichino, rinominato Starman e vestito come un incrocio tra pilota da Formula 1 e astronauta. La cosa più strana e particolare è il fatto che durante tutto il viaggio, essa suonerà la canzone Space Oddity, celebre canzone di David Bowie di quasi 50 anni fa. Oltre ad un accompagnamento musicale, di cimeli terrestri la roadster avrà una copia del libro di Douglas Adams “Guida galattica per gli autostoppisti”, un asciugamano e un cartello con la scritta inglese “Don’t panic”. Insomma, la creatività non manca certo in questa missione spaziale.

 

In un suo tweet, Elon Musk, fondatore, presidente e amministratore delegato di Tesla, ha affermato:

 

“I viaggi di prova dei nuovi razzi di solito contengono simulatori di massa nella forma di blocchi di cemento o di acciaio. Mi è parsa una cosa noiosa. E qualcosa di noioso è terribile. Così abbiamo deciso di mandare nello spazio qualcosa di insolito. La scelta è caduta su una Tesla Roadster originale”

 

Obiettivo della roadster non è però quello di atterrare su Marte, anche per via delle norme alla tutela a livello di contaminazione batterica degli altri pianeti, ma di fluttuare attorno al pianeta rosso e verso il 2091 di essere catturata da qualche razzo, vista la vicinanza con il nostro pianeta Terra. L’Office of Safety and Mission Assurance for Planetary Protection, ramo operativo della Nasa, ha infatti posto delle regole stringenti per ogni missione spaziale, per impedire che batteri comuni nel nostro pianeta, possano contaminare il cosmo, andando a creare degli squilibri in ecosistemi extraterrestri. Sembrano discorsi estranei al nostro modo d’essere, ma si tratta di una situazione molto reale e concreta, per via delle infinite possibilità di resistenza di alcuni batteri, anche in situazioni estreme come lo spazio aperto. L’impatto con Marte è un rischio però che sembra minimo e quasi zero, che se però si realizzasse, andrebbe a contaminare per sempre il pianeta rosso, impedendoci per sempre di scoprire com’era il pianeta rosso in origine.

 

Milioni e milioni di lettori si sono immersi nei centinaia di film e libri, con scenari marziari. Ora una vettura andrà a cullare i giorni di Marte, portando un pò del nostro mondo “normale” là, dove un qualunque oggetto è frutto di elevatissima e avanzatissima ricerca e sviluppo. Le ultime notizie danno l’uomo su Marte entro una decina d’anni, o al più quindici. Chissà poi se gli astronauti potranno fare anche un giro a bordo di un veicolo motorizzato, o una “semplice” passeggiata. Fantascienza e sogni per tutti noi, e a maggior ragione per Nikola Tesla.

 

Credit photo: Tesla media press website