Pensi a una vettura francese e pensi Citroen 2CV. Prodotta per 42 anni consecutivi, ha scandito il secondo dopoguerra fino agli anni 90. Riscopriamo insieme la storia di questo mito delle auto.

Con il mondo che usciva dalla Seconda Guerra Mondiale, la necessità era quella di ripartire e di andare a realizzare una vettura utilitaria dai costi bassissimi e capace di diffondersi rapidamente nella collettività. A idearla fu Andre Citroen, che già negli anni trenta era su un progetto simile, ma che fu poi ovviamente accantonato a qualcosa di molto più costoso come la Citroen traction Avant. 

Il debutto della vettura avvenne nel salone di Parigi del 6 ottobre 1948.  Un debutto tutto sommato particolare e strano, in quanto fu mantenuto assolutamente segreto fino a quel momento. Si narra infatti, che fino a pochi giorni prima  della kermesse automobilistica di Parigi, i giornalisti che chiedevano ai vari manager se ci sarebbe stata l'occasione per vedere la tanto famosa vettura utilitaria francese, che però nessuno aveva mai visto concretamente. I manager ovviamente risposero tutti di no. Il successo fu quindi clamoroso.

Partendo dal prototipo TPV del 1939, la vettura era caratterizzata da questi due fanali tondi posizionati quasi al centro della calandra frontale, appoggiati su due enormi parafanghi a sbalzo. Il muso era molto prominente e assomigliava quasi alla Fiat Topolino. Era una due volumi, con una buona abitabilità interna ed una gestione della vettura tutto sommato tranquilla.

Le prime vetture avevano una cilindrata di 375 cc con una potenza di appena  9 cavalli a 3500 giri. Il peso era ovviamente molto contenuto e si attestava a 498 kg a vuoto. Con una velocità massima di appena 66 chilometri orari ed un consumo di circa 4 litri per 100 km, la prima versione della 2cv conobbe un buon successo. Ma il vero boom avvenne con l'introduzione della due cavalli nelle versioni AZ, AZL e AZLM  con oltre un milione e seicentomila esemplari prodotti. Il motore aumentò di cilindrata raggiungendo i 425 cc ed una potenza che arrivò nel corso degli anni fino a 18 cavalli a 5000 giri al minuto. Con una trazione chiaramente anteriore, come del resto tutta la storia della due cavalli, questo motore riesci ad arrivare anche a 95 km orari di velocità massima.

L'aumento più importante a livello di componentistica legata al motore, avviene però nel 1970 quando fu introdotta da 2cv 6, con un motore di 602 cc ed una potenza di 29 cavalli.  Dobbiamo dire che sinceramente questi valori potrebbero far ridere molte persone che sono attualmente alla lettura di questa recensione, ma ricordiamo comunque che stiamo parlando di vetture con una massa di appena 560 kg nella versione più pesante.

Una degna nota è da relegare anche alla 2cv Sahara e la 2cv 4 x 4,  entrambe con una trazione integrale e un doppio motore da 425 cc con 25  cavalli di potenza massima.

Anche se non si direbbe, questa vettura è stata utilizzata anche in campionati monomarca britannici e in diversi campionati internazionali, anche se non è spesso associata al concetto puro di corsa automobilistica.

Questa vettura è entrata chiaramente nella cultura di massa, insieme alla Maggiolino,  alla Fiat 500, alla Volkswagen Bulli e a tante altre vetture che hanno fatto la storia del ventesimo secolo. 

E qual è, secondo te, la versione più bella della due cavalli? Scrivi il tuo commento qui sotto e condividi l'articolo con i tuoi amici. Ci vediamo al prossimo articolo recensione qui su YouDriver, con le auto più belle e caratteristiche del ventesimo secolo.

 

credit photo By Lothar Spurzem - Own work, CC BY-SA 2.0 de, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=42902787