John Deere ha aggiornato la serie 5g con alcune interessanti novità per i suoi veicoli specializzati per vigneto e frutteto. Un rinnovamento per un’azienda da 30 miliardi di dollari annui di fatturato. Obiettivo? Definire nuovi standard qualitativi, fin da ora.

 

Novità in vista per John Deere, l’azienda nata nel 1837 nell’Illinois dalla mente dell’omonimo John, fabbro pioniere, che creò il primo aratro autopulente sul mercato di metà ‘800. Attualmente la società è quotata presso la borsa valori statunitense, 60.000 dipendenti nel mondo e 2 miliardi di euro di utile netto. Valori importanti per un’azienda che si è specializzata in prodotti dedicati all’agricoltura, con una particolare attenzione anche al mondo domestico.

 

La serie 5G è dedicata ai lavori di precisione nei piccoli spazi, ovvero nei vigneti e frutteti, luoghi dove l’abilità di movimento è fondamentale per ottimizzare i tempi di lavoro e ottenere il massimo della produttività lavorativa. Dopo aver rinnovato la serie 5M, con alcune migliorie legate alla cabina guida e ad una leva del cambio di nuova concezione, grazie alla nuova funzione di disinnesto della frizione, la società del cervo giallo-verde, si concentra sulla serie 5G. Undici modelli, ognuno con una diversa combinata di livello di potenza/manovrabilità, che cercano di abbracciare tutte le diverse esigenze degli utilizzatori. La serie è composta dai modelli 5075, 5090, prodotti negli allestimenti GL/GN/GF/GV, oltre al 5100 GL, 5105 GN/GF con 75-105 cavalli. Differenze? Moltissime, vediamole insieme.

 

La larghezza è un aspetto chiave, specie nelle colture a vigna e frutta. La serie 5g prevede un variare della larghezza, dai 2 metri (per 5GF), ai 1.85 metri (per 5GN), fino al 1.5 metri (per 5GV). Per lavorare al meglio tra i bassi rami dei frutteti e vigneti a pergola, è preferibile acquistare il 5GL, con cabina a profilo ribassato, mentre il 5GV è la soluzione ottimale per una larghezza interfilare molto ridotta. Minor spazio non coincide però con minor confort. La cabina con larghezza complessiva non superiore al metro, ha visto un aumento del 10% dello spazio interno, progettato per migliorare il comfort. Gli ingegneri statunitensi hanno ridotto l’altezza del tunnel della trasmissione di circa un terzo, alzando la stazione dell’operatore. Ciò significa una migliore visione a 360°, anche grazie a un sedile regolabile in altezza, al volante inclinabile e telescopico, con cabine sigillate e pressurizzate per non consentire  alla sporcizia di entrare.

 

La potenza che sta alla base di questi veicoli agricoli, è frutto di un motore 3,4 litri quattro cilindri Stage III, disponibili con potenza da 75cv e 110cv. La capacità idraulica può arrivare fino a 126 litri al minuti e fino a 4 distributori comandanti da un joystick elettronico, da potenziometri con temporizzatore e regolatore di flusso. Il tutto unito ad una trasmissione da 24 marce avanti e 12 indietro PowrReverser™, con la quale il soggetto alla guida può cambiare marcia in movimento, semplicemente selezionando il pulsante di disinnesto della frizione posizionato sulla leva del cambio, mantenendo saldo il volante e senza abbandonare la frizione. La console nuova, posizionata sulla destra, con comandi raggruppati in modo intelligente permette un utilizzo semplificati di PTO elettroidraulica e distributori. Si parte dal piccolo 5075GF, con un passo da 2148mm, serbatoio da 73 litri e una potenza da 73cv (54kW), caratterizzato dall’assenza della cabina chiusa, passando per il 5100GL, fino ad arrivare fino ai 5105GN e 5075GV, i top della gamma.

 

Sebbene la recente crisi economica abbia interessato non poco il settore agricolo e le novità in fase di progettazione, il management rimane fiducioso sul futuro. Helmut Korthöber, direttore marketing John Deere per Europa, Nord Africa, Medio e Vicino Oriente, ha affermato alla presentazione della nuova serie 5G

 

“Gli sforzi che stiamo compiendo per fornire ai nostri clienti tecnologie avanzate e soluzioni intelligenti e innovative, ci rendono fiduciosi in tutti i segmenti di mercato”

 

Questi nuovi prodotti sono infatti il frutto della consistenze ricerca svolta oltre oceano. Ogni anno, le spese in ricerca e sviluppo superano abbondantemente il miliardo di dollari, pari a circa un 5-7 percento del valore delle vendite. Fatturato che nasce dalle centinaia di concessionari sparsi nel mondo e da un personale costantemente aggiornato dalla casa madre, anche grazie alle recenti acquisizioni di John Deere. A inizio aprile è stato annunciato l’allargamento della holding, grazie alla spagnola King Agro, specializzata nello sviluppo di prodotti in fibra di carbonio. Tutto ciò nel centenario della casa di East Moline, dall’acquisizione della Waterloo Gasoline Engine Company, prima azienda della holding specializzata nella produzione dei trattori. King Agro permetterà a John Deere di acquisire nozioni a livello di ottimizzazione della fase produttiva, grazie ai progetti innovativi per il miglioramento della produttività, in termini di ricavi e costi, dell’azienda con base a Valencia.

 

Sono passati molti anni, dal primo trattori prodotto, il Waterloo Boy N del 1917. Da una singola sede produttiva, siamo passati a nove stabilimenti nel mondo (in Italia a Rovigo). Un'espansione progressiva e costante in tutte le aree del mondo, per un’azienda a stelle e strisce, che però strizza l’occhio alle ultime richieste del mondo agricolo provenienti da ogni parte del mondo





 

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