Entra in vigore la legge che obbliga tutti i mezzi pesanti di nuova immatricolazione, di dotarsi della nuova generazione di tachigrafo. Maggiore sicurezza e controlli da remoto da parte della Polizia di Stato, ma con alcuni limiti.

 

Siamo davanti ad una svolta, sicuramente importante per la sicurezza di tutti. Il tachigrafo, meglio espresso come “cronotachigrafo” sta per cambiare, portando al proprio interno alcune novità digitali che potrebbero dare una mano alla Polizia di Stato in controlli sul mezzo, con alcuni limiti per il momento.

 

Iniziamo però col dire bene in cosa consista un cronotachigrafo. Nato come un dispositivo meccanico, con un quadrante circolare, si è poi con il tempo evoluto negli anni, assumendo aspetti più moderni e meno meccanici. L’apparecchio va a controllare tre aspetti fondamentali della vita di un mezzo pesante, ovvero velocità, tempi di guida che l’autista ha effettuato nel corso della giornata e distanza percorsa. Le versioni tradizionali, e forse più famose non solamente a coloro che sono camionisti come professione, avevano un foglio di carta circolare sul quale era possibile leggere chiaramente tre diagrammi che riportavano i dati dei tre parametri appena espressi. Ogni qualsiasi alterazione dello strumento, così come violazione dei tre parametri era chiaramente visibile agli occhi delle forze dell’ordine.

 

Detto ciò, sono diversi i casi in cui il mezzo deve avere a bordo un cronotachigrafo. In primis, per il trasporto di merci (per veicoli con massa superiore a 3,5 tonnellate, compresi tutti i rimorchi o semirimorchi). Come seconda categoria, il trasporto ovviamente di passeggeri, anche se qui abbiamo un eccezione. Se infatti i trasporti di linea non hanno una percorrenza oltre i 50 km, cade l’obbligatorietà. Altre deroghe all’utilizzo dello strumento sono infatti per i veicoli ad usi medici, militari, trasporto di beni per aiuti umanitari, veicoli per prove su strada o veicoli storici. Tutto questo, a patto che si parli di trasporto all’interno della comunità europea.

 

Quello che sta per arrivare obbligatorio dal 15 giugno, è la seconda generazione della versione digitale. Anche in questo caso ci si è spostati verso la digitalizzazione dello strumento, andando a beneficiare di tutta una serie di aspetti che ora vediamo. Con questa evoluzione tecnologica, si dovrebbero andare a limitare le situazioni di criticità circa aspetti illegali legati al cronotachigrafo.

 

Ciò che ci si aspetta il 15 giugno è un apparecchio collegato al sistema globale di navigazione satellitare, in breve GNSS,. Grazie a questo strumento possiamo registrare la posizione del veicolo, la corrispondenza gps con il luogo di partenza e la posizione esatta del mezzo ogni tre ore. Gli organi di sicurezza inoltre, nel nostro caso la Polizia di Stato, potrà andare a controllare da remoto la situazione dello strumento, per verificare se ci sono anomalie. Tale aspetto però non permette alla Polizia la produzione di sanzioni a distanza o l’invio di una pattuglia per cercare il mezzo, in quanto le sanzioni potranno, e dovranno, essere rilevate solo nel momento in cui il mezzo sia fermato per un normale controllo stradale.

 

E per chi ha un camion che risale, in termini di immatricolazione, prima del 15 giugno? Nessun cambiamento si preannuncia, per il momento. E’ da vedere se verrà esteso l’obbligo a tutti i mezzi pesanti che circolano sulle nostre strade. Per il momento osserviamo come viene assorbito dal mercato, questo nuovo cambiamento, in termini di sicurezza stradale.

 

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