Tre mezzi intercettati dalla Polizia di Stato con direzione Romania sono stati salvati grazie alla segnalazione di due anziani della zona. Siamo forse davanti alla punta di un iceberg ben più grande. 


 

Due trattori nuovi fiammanti stavano per essere imbarcati su camion, con direzione Romania. Nulla di strano o particolare, se non fosse che era merce rubata poche ora prima. Il tutto nel nord Italia, attorno alla città di Ivrea, in Piemonte. La marca dei trattori è la NewHolland, azienda fondata nell’omonima città della Pennsylvania (USA), ma che ha nel capoluogo piemontese il quartiere generale. 

 

A dare l’allarme due anziani agricoltori della zona che hanno visto armeggiare nel piazzale di un’azienda della zona, da parte di alcune persone che non avevano mai visto, alle prime luci del giorno. Erano precisamente le 6.30 di mercoledì mattina quando i due anziani hanno deciso di contattare le forze dell’ordine, per segnalare quanto vedevano. Sono arrivate subito due gazzelle che hanno creato un fuggi fuggi generale tra i malviventi. 

 

Secondo quanto dichiarato dagli anziani erano 5 o 6 le persone nel piazzale, ma con quattro poliziotti a bordo delle due vetture della Polizia, solo tre sono stati quelli intercettati ed arrestati. Si tratta di tre cittadini rumeni di 56, 31 e 27 anni. Portati in commissariato, hanno anche cercato di fornire false generalità, ma il gioco è durato poco. Dopo un rapido controllo all’interno dei database della Polizia, è stato facile capire con chi si aveva a che fare. Uno dei tre era anche ricercato in varie città italiane, per reati contro il Patrimonio e furto, addirittura dal 2012. I capi d’imputazione sono ovviamente ricettazione e riciclaggio. A far scattare queste accuse sono stati alcuni documenti che riportavano indirizzi in Romania, che facilmente hanno fatto ipotizzare di furti con destinazione l’est europa. Anche un ingente quantitativo di denaro è stato trovato in possesso dei tre. 

 

Oggetto del furto erano tre mezzi, del valore commerciale di circa 160 mila euro. Un danno ingente per le aziende che ne avevano denunciato il furto. E’ stato grazie all’incrocio dei documenti dei mezzi, con quelli dei recenti furti che le autorità hanno potuto ricostruire quanto accaduto. A far cadere il castello di dichiarazione dei tre soggetti è stato un piccolo particolare. Il ViceQuestore Giorgio Pozza ha infatti affermato:

 

“La perfezione degli incartamenti avrebbe potuto trarre in inganno anche l’occhio più esperto. A tradirli l’unica cosa originale che avevano: il timbro. Che era stato rubato nell’ufficio di una ditta di Alessandria che aveva fatto denuncia”

 

Purtroppo episodi del genere non sono nuovi. In passato era stata sgominata una banda criminale che operava attorno alla città di Torino, la cui fine era stata sancita dall’attento occhio di un imprenditore che aveva riconosciuto un suo mezzo, precedentemente rubato, su un molo di Genova, pronto per essere imbarcato e spedito in qualche località via nave. 

 

Quello del furto dei trattori è un mercato che, sebbene apparentemente potrebbe sembrare esiguo, si sta dimostrando alquanto pericoloso da un punto di vista economico. Pensiamo in primis al valore che questi mezzi hanno in quanto beni acquistati, oltre che alla mancata produttività che ne deriva se viene realizzato il furto. Un danno molto ingente per l’appunto, dato che rappresenta il principale strumento lavorativo per gli agricoltori. 


 

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