Nella storia dell’auto, ci sono diversi casi di richiami di modelli con problemi di vario tipo. A partire dagli airbag, qualche pezzo meccanico o altri dettagli che nella fase di progettazione non avevano dato segnali preoccupanti. Vediamo quali sono le 10 carline con maggiori problemi.

 

Quando acquistiamo una vettura nuova, vorremmo sempre trovare una vettura che non abbia problemi. Capita a volte di acquistare un’auto che dopo qualche tempo, mese o anno che sia, debba andare ad effettuare un richiamo da parte della casa madre per problematiche di vario tipo che nella fase di progettazione e test non erano state individuate. E non ci stiamo riferendo solo a case automobilistiche a basso prezzo, ma anche di marchi importanti a livello mondiale con una reputazione molto alta.

 

Partendo dall’ultima posizione di questa classifica, al numero 10 troviamo la seconda serie della Renault Laguna. Prodotta tra il 2000 e il 2007, questa berlina era molto innovativa per via del pulsante di avviamento motore, con l’inserimento di una chiave, oppure il freno di stazionamento elettronico, oltre ad essere la prima vettura a ricevere le 5 stelle Euro NCAP per la sicurezza. Peccato che i motori 1.9 turbo diesel presentavano situazioni problematiche legate soprattutto alle turbine che erano di salute non molto stabile.

 

Al nono posto troviamo quella che per molti è stata una vettura che può essere tranquillamente definita di rottura, rispetto al passato. Ci riferiamo alla Tesla Model S, ovvero l’auto elettrica per antonomasia. I proprietari hanno espresso lamentele riguardante l’assemblaggio degli interni, per la presenza di scricchiolii di varia natura e allineamenti sbagliati. Trattandosi di un’auto innovativa, anche la parte elettronica ed elettrica ha avuto qualche problema.

 

Cambiamo genere e dimensioni, e passiamo alla Ford Explorer, SUV di dimensioni importanti. Dodici milioni di vetture sono state richiamate nel 2008 per un problema legato all’interruttore a rischio di surriscaldamento. Altro motivo di preoccupazione legati a questo modello è la particolare combinazione con i pneumatici Firestone, che portava quest’ultimo a staccarsi senza preavviso. Con oltre 200 morti sospetti legati ad incidenti con questa combinazione, la casa dell’ovale ha portato allo stop produttivo nel 2001.

 

A fine anni 70, gli appassionati si ricorderanno della Ford Pinto, auto coupé con un prezzo accessibile a diverse persone. Il principale problema di questa vettura è l’errato posizionamento del serbatoio della benzina, situato dietro l’asse posteriore, che in caso di tamponamento poteva portare all’esplosione dello stesso. Numerosi i casi purtroppo.

 

In terra tedesca, troviamo il modello Audi 200, che aveva un problema tanto insolito quanto importante. Il tappetino poteva andare a schiacciare il pedale dell’acceleratore, portandolo addirittura al blocco. Con oltre 90 mila richiami, questo insolito inconveniente, potenzialmente molto pericoloso, portò ad un crollo verticale di vetture vendute negli Stati Uniti.

 

Sono stati invece 3.6 milioni di Maggiolini ad essere richiamati, per un problema legato alla “visibilità”. Era infatti il braccio del tergicristallo che tendeva a staccarsi improvvisamente senza preavviso. E’ chiaro che la vettura non subiva danni in corso di marcia, ma era comunque un problema non da poco per la vettura che è la più longeva di sempre.

 

Ai piedi del podio troviamo una vettura italiana degli anni settanta e ottanta, record di vendite con oltre un milione di telai usciti dalla casa. Stiamo parlando di AlfaRomeo AlfaSud. La prima serie è famosa infatti per la ruggine che si manifestava quasi puntualmente nei parafanghi anteriori, archi interni delle ruote, sui montanti attorno al parabrezza e lunotto, fino ad arrivare ai pannelli centrali.

 

Al terzo posto del podio, troviamo un’altra vettura italiana, questa volta della casa Lancia. Stiamo parlando della Beta, prodotta tra il 1972 e 1984, anch’essa con problemi a livello di carrozzeria e pianale. Nel Regno Unito ci fù una vera e propria campagna mediatica, soprattutto da parte del Daily Mirror, contro questo modello. Il tentativo della casa italiana di riconsegnare veicoli nuovi ai proprietari insoddisfatti non bastò per ripagare il danno d’immagine. Nel 1994 fu infatti deciso la chiusura della linea produttiva per questo modello.

 

Probabilmente il caso più particolare, anche come gestione della problematica, fu quello della Camaro. Nella seconda metà degli anni sessanta, furono veramente moltissime le vetture che dovettero subire il richiamo della Chevrolet, per via della rottura dei supporti motori. Questi piccoli pezzi, necessari per sostenere i potenti V8 erano sottodimensionati, rispetto alle potenzialità del motore statunitense. Per questo motivo, moltissimi subirono la rottura della struttura. Come fu risolta la questione? Con la sostituzione del supporto motore, con un altro supporto motore, identico però a quello originario. Come non risolvere il problema.

 

Al primo posto però, per numero di richiami effettuati, troviamo la Toyota. Oltre sei milioni vetture furono richiamati nel 2014. I motivi? Problemi legati al cavo a spirale dell’airbag (con connesso sistema di sicurezza che si disattivava), bloccaggio sedili, barra di rinforzo del pannello strumenti che sostiene il piantone dello sterzo. Non male per la casa che si sta battendo per un futuro sostenibile e a zero emissioni. Non sono neanche ipotizzabili i danni che sono connessi a questi richiami.

 

Ovviamente questa è una classifica provvisoria e che non vorremmo mai aver scritto. Comprare una vettura nuova è un’attività che porta il cliente a scegliere tra molti veicoli, e decidere di acquistare una vettura sfortunata, non è certo una cosa piacevole per nessuno.

 

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