Debutto su strada per il primo suv della casa di Sant’Agata Bolognese, Urus, con tempi da brividi per una massa da oltre 2.000kg. Un appuntamento su pista che dà il via alle consegne di un modello destinato a mutare ancora una volta, il volume di vendite della Lamborghini.

 

Siamo a Goodwood House, nella contea di West Sussex, sud dell’Inghilterra. Ogni anno, tra fine giugno e inizio luglio, prende vita il Goodwood Festival of Speed, una competizione di autovetture storiche, sotto forma di cronoscalata. Nato sul terreno di un aeroporto, lungo quasi quattro chilometri con una forma praticamente circolare, è il terreno perfetto per ammirare vetture storiche o debutti di nuovi veicoli. In questo caso, il primo suv moderno della Lamborghini, Urus. 650 cavalli per una velocità massima di 305 chilometri orari.

 

Il nome deriva da “Uro”, una specie bovina selvaggia europea, le cui tracce si sono perse nel tardo medioevo. In origine presente su un territorio che andava dal Regno Unito, fino all’Africa e al Medio Oriente, vide tra il 1300 e 1600 un rapidissimo declino in termini di popolazione, fino all’estinzione totale avvenuta nel 1627 in Polonia. Lamborghini ha voluto far rivivere questo imponente bovino, andando a realizzare il suo primo suv moderno. Non un veicolo adatto solo per la città e gli offroad, ma anche per la pista.

 

Un esempio di questo temperamento si è tenuto nel circuito di Goodwood, con tempi da record per un’auto delle sue dimensioni. Stiamo parlando di una lunghezza di 5.11 metri, largo 2 e alto 1.63 metri. Il motore che si nasconde sotto il cofano è un 4.0 litri V8, con una potenza di 650 cavalli e coppia massima di 850Nm. L’unica motorizzazione presente attualmente prevede un’accelerazione da 0 a 100 km/h in appena 3.6 secondi, andando a battere notevolmente la quasi totalità di tutti gli altri suv presenti nel mercato. Il cambio automatico 8 rapporti, con trazione integrale permanente, unito al doppio turbo, di derivazione dall’Audi RS6 (primo turbocompressore montato su una Lamborghini), dona un tocco di ulteriore sportività a un tripudio di design e scelte ingegneristiche.

 

A guardarla a motore spenta, sembra infatti quasi mansueta e tranquilla. L’ampio gioco di scanalature della carrozzeria frontale, che giocano tra il colore scelto dal proprietario e il nero lucido della griglia frontale, creano un volto quasi umano a questo suv. Gli elementi a “Y” ed esagonali, tipici della casa modenese, sono ben declinati in una forma di pulita ma complessa sportività. Il laterale vede due grosse nervature, una sopra le maniglie e l’altra nella parte bassa della portiera. Il retrotreno è invece caratterizzato da quattro terminali di scarico, oltre che a stop sempre a forma Y. E’ un design innovativo, facilmente identificabile anche nel retrotreno.    

 

Gli interni non sono assolutamente di primissimo livello. Il lusso e la maestria dell’artigianalità italiana emerge in tutto il proprio splendore. Una strumentazione che strizza l’occhio all'aeronautica, ma che si sposa perfettamente con i sedili in pelle cuciti a mano e le finiture in alluminio o carbonio. Personalizzazioni, che senza tante precisazioni, possono essere infinite a seconda della richiesta del cliente. Un esempio estremo? 1700w grazie ai 21 altoparlanti, per un impianto audio al top.

 

Chicca tecnologica della Urus è “Anima”, la piattaforma elettronica che gestisce tutta l’esperienza di guida. Come dicevamo, questa vettura si può adattare perfettamente alla situazione di strada e desiderio del pilota. Strada, Sport e Corsa sono i tre settaggi disponibili di serie. Il primo è adatto per una facilità massima di guida, comfort e sicurezza, Sport invece per aumentare l’agilità, migliorare reattività e piacere di guida. Ed infine Corsa, per portare ai massimi livelli la potenza. Se invece ci si trova off-road, grazie alle tre tipologie di parametri, ci si può districare perfettamente tra neve, terra e sabbia. Per chi invece vuole impostare autonomamente i valori, è possibile “Ego”, la sartorialità applicata ai parametri di guida.

 

Con prezzi che partono da 170.000 euro, questo veicolo è indubbiamente destinato a dare un’ulteriore spinta al fatturato della Lamborghini, attualmente attestato su circa un miliardo di euro annui. Ma la Urus non è stata l’unica supercar presente a Goodwood: erano infatti presente anche le potentissime Huracán Performante Coupé e Spyder, Aventador S Coupé e Roadster, oltre alla Centenario Roadster. Un piacere per gli occhi e il giusto rombo per le orecchie, da godersi nelle colline del sud dell’Inghilterra.






 

 



















































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