La capitale dei Paesi Bassi si sta preparando ad una svolta epocale. Dal 2030 solo auto e veicoli elettrici potranno girare lungo le vie e i canali. Per fare ciò servono però investimenti importanti che arriveranno entro 6 anni. La road map è tracciata.

 

I Paesi bassi per molte cose della vita quotidiana, e per le scelte di una società multietnica, sono sempre avanti. Una nazione dove sussiste ancora la monarchia, seppure con ruoli molto cerimoniale e poco esecutivo, una costituzione che risale addirittura al 1815 ed un sistema sanitario privatizzato, per molti aspetti la visione progressista dei paesi bassi è punto di riferimento per tutta Europa. Ed è per questo che una scelta in materia del trasporto privato e pubblico, non può che fare notizia.

 

Pochi giorni fa che l’autorità comunale di Amsterdam ha deciso una rivoluzione epocale, ovvero il blocco totale per ogni omologazione di veicolo a benzina o diesel. In pratica, anche i più moderni Euro 6.2 saranno proibiti lungo le strade e i canali. E il 2030 è veramente dietro l’angolo, se pensiamo che mancano solo 11 anni.

 

Che città è Amsterdam da un punto di vista della mobilità? Le piste ciclabili sono veramente diffuse (circa 400 km) e vedere una rastrelliera piena di bici ordinate è una questione normalissima. A livello numerico, giusto per inquadrare meglio la questione, il numero di bici supera secondo le ultime stile il milioni di pezzi, contro gli 800.00 abitanti. I canali sono inoltre molto diffusi, tanto che viene spesso chiamata “la Venezia del nord”. Non più usati come un tempo, rimangono comunque molto utilizzati per spostare merce e per una funzione turistica.

 

La mobilità urbana è anch’essa molto efficiente, con le tre linee della metropolitana, una metro leggera, 16 linee di tram e 43 autobus, oltre ai traghetti, alcuni dei quali gratuiti per persone e biciclette.

 

Attualmente la mobilità elettrica conta circa 3.000 colonnine per la ricarica in aree pubbliche, ma nel giro di 6 anni, entro il 2025, ne sono previste tra le 16.000 e 23.000. Un numero veramente elevato, ma indispensabile per fare una svolta epocale e apripista tra le città europee.

 

Attenzione, non stiamo parlando solamente per le vetture e camion, ma anche per tutte le imbarcazioni da diporto e gli scooter. Una decisione inevitabile per rendere giusta e corretta la decisione presa.

 

Per fare questo, è stata stilata una road map preparatoria, ovvero una serie di scadenze che portano operativa man mano una sempre più stringente accettazione di veicoli con motore termico. Come esempio, a partire dal 2020 non sarà possibile circolare all’interno della cerchia dell’autostrada A10 con le auto diesel immatricolate prima del 2004. Discorso simile per Roma che dovrebbe vietare le auto diesel nel centro città, a partire dal 2024.

 

Sembra quindi che la situazione stia cambiando rapidamente. Quello che sembrava essere un orizzonte molto lontano, sta arrivando in modo importante, diretto e prima di ogni altra ipotesi. E in Italia, come reagiranno le nostre amministrazioni pubbliche, oltre che i vari investitori? Assisteremo anche noi alla diffusione di colonnine di ricarica elettrica, in modo importante come sta per succedere in Olanda?

 

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