Sono arrivati i 5 miliardi di euro, che per un certo periodo erano stati messi in dubbio con le tensione tra FCA e il Governo Italiano. Questo permetterà un aggiornamento di ben 13 modelli all’interno del lineup del gruppo automobilistico. 

 

Alla fine sono arrivati i tanto agoniati e sperati soldi. A seguito dell’ecobonus e corrispettiva eco-tassa, le tensione tra FCA e Governo erano salite non poco. L’ultima decisione del consiglio di amministrazione del colosso automobilistico italo-statunitense ha però messo la parola fine ad un periodo anche di incertezza per i lavoratori. Arriveranno entro il 2021, 5 miliardi di euro come investimenti nella produzione in Italia di vetture.
 

Una bella boccata d’ossigeno, accolta positivamente dai sindacati di settore, oltre che dai diretti lavoratori del settore, sia i diretti che per quel che riguarda l’indotto. In questo modo, si da un’accelerata ai piani strategici di ammodernamento della flotta FCA con ben 13 change per quel che riguarda il mercato Italia ed Europa. Si andranno a sviluppare in particolare i motori ibridi ed elettrici, portando le fabbriche italiane a pieno regime dal 2022, con una situazione ben rosea, soprattutto in un momento dove il mercato automotive sta subendo una pesante contrazione su tutta la linea. 

 

A quanto si apprende dalle indiscrezioni che circolano nei territori attorno a Mirafiori, nel mese di luglio dovrebbe avverarsi quello che in molti aspettano da tanto, ovvero la presentazione del pianale della 500 elettrica. Un modello che andrà ad affiancare, ma non sostituire il modello attuale, andando però a dare una forte scossa al mercato delle city car elettriche. Il modello full elettrico verrà costruito in Italia, proprio a Mirafiori, patria storica della Fiat, mentre il modello della 500 con motore termico, continuerà ad esser prodotto in Polonia, ricevendo però l’aggiornamento ai motori ibridi. In occasione di questa presentazione, alla quale dovrebbero partecipare il neo governatore del Piemonte Alberto Cirio, insieme alla Sindaca di Torino Chiara Appendino, verrà resa pubblica questa indiscrezione di forti investimenti. 

 

Siamo quindi arrivati ad un momento che molti aspettavano da anni. Erano state molte le pressioni da parte delle varie autorità nazionale e locali, circa la delocalizzazione delle industrie, su scala europea e mondiale, per quel che riguarda il gruppo FCA. 

 

Non è dato sapere però se tali decisioni sono state prese prima o dopo il fallimento, almeno per il momento, dell’accordo con il gruppo Renault. Quello che poteva nascere era qualcosa di veramente enorme da un punto di vista di produttività, oltre che economico. Si andava infatti a creare il terzo produttore al mondo di autoveicoli, con la creazione di una società creata ad hoc, realizzata con la partecipazione al 50 percento di FCA e 50 percento di Renault. Il Governo francese, oltre che a quanto pare i consiglieri Nissan di Renault, hanno però frenato tutto, fino a bloccare l’accordo. Sono notizie delle ultime ore quelle che Pietro Gorlier, Chief Operating Officer (COO) of the Europe, Middle East, Africa region per FCA, ha confermato che le trattative con Renault non sono mai ripartite dopo il primo stop. Erano quindi voci non confermate quelle che affermavano una seconda parte per quel che riguarda il nuovo accordo FCA-Renualt. 

 

Non ci è dato sapere se questa smentita è puramente dettata da necessità aziendali ed economiche di stabilizzazione e di volontà di lavorare sotto traccia, senza andare ad allarmare nuovamente il Governo francese. Certo è che quello che FCA sta per realizzare andrà a creare un importante impatto sul Sistema Italia, a livello produttivo, d’immagine e di crescita del benessere. 



Credit photo: FCA media room