Essere piccoli, compatti, scaltri nelle manovre, non sempre è un aspetto deficitario. La Mini è partita quasi in sordina per diventare poi una vettura iconica e di stile, anche molto apprezzata dai giovani di oggi. Ripercorriamo insieme la sua storia fin dalle origini di inizio anni 60.

Molto spesso le grandi crisi economiche e le grandi crisi industriali portano a qualche evoluzione. La crisi di Suez del 1956 aveva causato in Europa una scarsità di benzina, con un relativo aumento dei prezzi. Le vetture che fino ad allora erano in produzione, ovvero le classiche vetture dalle grandi dimensioni e da il consumo nettamente importante, andarono in crisi. La popolazione si trovava in una situazione che faceva fatica a reggere la spesa ordinaria per spostarsi e recarsi al lavoro o in altre situazioni quotidiane. Da qui l'idea di creare una vettura più compatta, con un costo di gestione nettamente inferiore. Ecco come è nata la Mini a inizio degli anni 60.

Alec Issigonis, progettista che curò la prima parte delle Mini, andò a studiare un esempio di successo della BMW, ovvero l'Isetta.  Il risultato fu una vettura dalle dimensioni micro, a 4 posti, con un motore a quattro cilindri utilizzato dalla Austyn A35. Il motore aveva una disposizione anteriore trasversale, con un cambio montato sotto di esso ed una trazione integrale. La lunghezza della vettura era di appena 303 centimetri, con sospensioni a ruote indipendenti ed elementi elastici in gomma. Le ruote erano veramente minuscole rispetto a quelle attuali, con un diametro di appena 10 pollici, ma che ben si amalgamava con la struttura complessiva della vettura.

Nel corso degli anni furono apportate delle modifiche, man mano in linea con il tempi e le mode che passavano, senza però andare a travolgere completamente il primo prototipo prodotto dalla casa inglese. Furono inoltre prodotte, sotto licenza, altre versioni internazionali come ad esempio la Innocenti Mini, ma che non è riuscita però ad andare a modificare la classe dell'originaria inglese.

Considerando inoltre le ridotte dimensioni e la potenza che potrebbe scatenare un motore leggermente più pepato, diversi elaboratori si sono messi all'opera per andare a modificare la vettura e ottenere prestazioni al top. Ce ne sono veramente molte di versioni speciali della Mini ma probabilmente l'elaboratore più famoso è sicuramente Cooper, che ha creato nel corso degli anni una versione Mini assolutamente di prim'ordine in termini di sportività.

Affiancare una Mini, al termine di John Cooper, titolare dell'omonimo team di Formula 1 di qualche tempo fa, ha sempre voluto dire una sportività estrema alla vettura stessa. Modificate e perfezionate nel corso degli anni, le Mini Cooper hanno rappresentato il sogno di tutti gli inglesi, in particolare quelli di fascia giovane. E non solo inglesi.

La Mini è stata poi perfezionata e cambiata nello stile, ad inizi anni 2000, andando ad adeguarsi al cambiamento del mercato automotive che corre in modo inesorabile. Le dimensioni sono aumentate, ma non è cambiato l’imprinting. Con le mode che ora si aggiornano quasi di anno in anno, stare al passo con le modifiche della Mini è pressoché impossibile. Ogni anno infatti vengono presentate piccole modifiche, come ad esempio il disegno dei fanali posteriori o la micro caratterizzazione degli Interni.

Le Mini di oggi sono poi proiettate verso il futuro, con la creazione delle Mini completamente elettriche, che andranno man mano a sostituire le versioni tecniche nel corso dei prossimi decenni. Chissà cosa avrebbero detto i primi utilizzatori delle mini, di questa microvettura di appena 3 metri di lunghezza, se si fossero seduti fin da subito sulle versioni elettriche attuali.

E tu, quale versione preferisci della Mini? La prima versione o quella attuale?  Ci vediamo qui di nuovo su YouDriver, con le vetture più belle degli ultimi 100 anni.

 

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