Le case produttrici chiedono più sicurezza per adeguarsi alle nuove norme di sicurezza che stanno per entrare in vigore nella Comunità Europea. E’ necessario un cambiamento strutturale nelle aziende, che comporterà lunghe attese.

 

Come si dice, tra il dire e il fare, c’è in mezzo il mare. Spesso e volentieri, gli aspetti legislativi sono difficili da applicare completamente nell’immediato e spesso dobbiamo andare ad osservare la reale situazione che si può sviluppare. Decidere di applicare migliorie dal punto di vista tecnologico, è un’ottima scelta, ma è da coniugare con un’industria in piena rivoluzione, che ha bisogno di tempo per allinearsi.

 

E’ di questi giorni l’intenzione di adeguare le vetture di futura omologazione e immatricolazione, con i nuovi livelli di sicurezza che la tecnologia riesce attualmente a sviluppare. La frenata automatica d’emergenza, oppure la segnalazione d’inversione di marcia per automobili e furgoni, oltre che l’avviso di deviazione dalla corsia di marcia.

 

Tutte queste tecnologia sono sicuramente e indubbiamente utili, in quanto vanno a limitare non poco, il rischio di sviluppare incidenti. Pensiamo ad esempio ai camion e alle possibili conseguenze che potrebbero derivare, se il conducente di un veicolo con queste dimensioni, effettua per errore, distrazione, stanchezza o altro, una manovra errata o pericolosa.

 

La stessa ACEA, per voce del suo segretario generale Erik Jonnaert, afferma:

“In questo contesto, accogliamo con favore la revisione del regolamento sulla sicurezza generale e sosteniamo un'ampia gamma di misure di sicurezza proposte dalla Commissione europea lo scorso maggio”

 

Prima di introdurre l’obbligo di un determinato dispositivo, è necessario anche andare a comprendere se quest’ultimo può essere leggermente perfezionato, o integrato con altri sistemi informatici. Casomai la fusione tra due dispositivi, produce dei benefici che singolarmente non sarebbero in grado di conferire in modo singolo. In altre parole, due più due, può dare anche cinque. Ma per fare questo, sono necessari degli studi e delle ricerche, sia strumentali, che sul campo. Insomma, del tempo.

 

Tempo che è necessario anche per quel che riguarda anche l’adeguamento a livello produttivo, che si dovrà andare a integrare con offerte economiche vantaggiose per il cliente. E non dimentichiamoci di un aspetto fondamentale. Qualunque sia la tecnologia più avanzata attualmente sul mercato, non sarà mai autonoma nel salvare delle vite. Se pensiamo ad esempio alle buche nelle nostre strade, al fondo stradale che non drena l’acqua durante un acquazzone, oppure alla poca illuminazione che non permette la perfetta visione di quello che si trova dinanzi alla vettura o camion, è normale che gli incidenti continueranno a sussistere. Quello che afferma ACEA, è che i miglioramente tecnologici che possono essere fatti dalle vetture, con obblighi per i produttori di vetture, deve essere accompagnato da miglioramenti da un punto di vista della sicurezza stradale da parte del legislatore o da parte di aziende preposte per la manutenzione delle nostre strade.

 

In poche parole, dobbiamo riuscire a fare squadra. E’ questo l’aspetto chiesto da ACEA nei confronti dei deputati europei e nazionali. Pensare un piano nazionale di sicurezza stradale, che integri tecnologia a bordo dei mezzi, ma anche un importante adeguamento delle strade che quotidianamente percorriamo.


 

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