A Milano un giudice di pace ha realizzato quello che tutti i motociclisti e automobilisti sperano, ovvero vedersi annullare il verbale della multa per qualche cavillo burocratico o amministrativo. E non è la prima volta che succede.

 

Quante volte siamo passati sotto un autovelox e abbiamo sperato di non aver eccesso di velocità, specialmente quando guidiamo al limite come velocità. E quante volte abbiamo anche sperato che la videocamera, proprio quel giorno, sia spenta o non funzionante. A volta capita anche che quest’ultime siano perfettamente funzionanti, ma non perfettamente in regola. A Milano è infatti successo che alcune di queste non erano state omologate per effettuare le sanzioni, anche se perfettamente funzionanti e installate recentemente.

 

Esiste un’importante distinzione tra “omologazione” e “approvazione”. Partiamo da questo punto per fare un pò di chiarezza. Cercando di semplificare molto l’argomento, possiamo dire infatti che un apparecchio può essere approvato dal legislatore ma non sia omologabile. Andare ad omologare un prodotto vuol dire che quest’ultimo abbia una serie di caratteristiche molto ben precise e definite. La costruzione, realizzazione e approvazione di un prodotto è qualcosa di più ampio, le cui linee realizzative hanno trame più ampie.

 

Il legislatore italiano ha purtroppo usato nel corso di questi anni, spesso e volentieri, questi due termini come sinonimi, andando a creare numerose situazioni di licenza interpretativa da parte dei giudici che sono chiamati a sancire chi ha ragione, tra l’amministrazione e il privato. Andando ancora più nello specifico, esiste un articolo del codice della strada che va a particolareggiare meglio questa distinzione, cercando di limitare il caos. Stiamo parlando dell’articolo 192 che precisa per l’appunto che omologare non è sinonimo di approvare.

 

E’ però consuetudine, da parte dei giudici di pace, considerare fondamentale l’omologazione l’autovelox per considerare valide le multe, mentre per quel che riguarda un semavelox o le telecamere che osservano gli ingressi in area Ztl, l’omologazione non è necessaria.

 

Detto ciò, viene spontaneo capire quale sia la procedura per omologare un autovelox. Esiste una società accreditata per effettuare il processo di omologazione, Accredia, che solamente lei può andare a dare il “bollino” sul preciso strumento. Chiaramente tale processo avviene tramite delle prove sul campo, ma non in strada aperta al pubblico. Infatti, per avere una corretta taratura dello strumento, è necessario andare a testarlo in un circuito o in un tratto di strada chiuso al pubblico, proprio per avere la massima precisione di taratura, oltre che non avere problematiche di vario tipo dovute al passaggio di terze parti.

 

L’omologazione passa quindi attraverso un ente delegato dallo Stato Italiano, che va a testare e omologare lo strumento in arco di velocità compreso tra i 30 e 230 km/h. E ogni strumento deve essere soggetto a tale processo, pena l’annullamento delle multe come è successo in quel di Milano.

 

Come consiglio, si legge infatti in rete, di fare attenzione nel verbale che viene (si spera di no) inviato a casa del soggetto, se lo strumento che ha rilevato l’infrazione era stato omologato da parte per l’appunto di Accredia. Piccole attenzioni che possono salvare il soggetto dalla multa.

 

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