Ha vinto tutto ed ora si ritira. A 32 anni, il cinque volte campione del mondo, ha concluso la sua ultima gara nella classe regina. E’ arrivato tredicesimo, ma poco interessa questo. In un’annata piena di problemi fisici, la serenità con cui da deciso di dire basta, è encomiabile.

 

All’anagrafe Jorge Lorenzo Guerrero, nato a Palma di Maiorca il 4 maggio del 1987. Vincitore di cinque titoli mondiali, tra 250 e MotoGP. E’ salito su quasi tutte le moto, conducendo sempre una guida con staccate memorabili e sorpassi da “tutti in piedi sul divano”. Ha deciso che la gara di ieri fosse l’ultima. Troppa paura di farsi ancora male fisicamente. 

 

Il debutto sulle due ruote è avvenuto nel lontano 2002, nella 125, con la Derbi, all’interno del team Caja Madrid Derbi Racing. La pista del battesimo è quella di Jerez della Frontera, in casa spagnola, all’età di appena 15 anni. Esatto, 15 anni. Gli inizi sono buoni, con rispettivamente 21, 79 e 179 punti a fine stagione negli anni 2002-2003-2004. Un crescendo che l’ha subito posto sotto la lente d’ingrandimento dei grandi team, ma questa volta della 250.

 

Sale infatti subito di categoria, arrivando nel team Fortuna Honda nel 2005. Solo un anno qui, con 167 punti ed un quinto posto a fine stagione. Il primo successo sul tetto del mondo arriva l’anno dopo, nel 2006, quando passa in sella di un’Aprilia RSV 250. I punti accumulati sono 289 grazie ad otto vittorie e dieci pole. L’anno dopo? Ancora campione, sempre sull’Aprilia, con 312 punti e nove vittorie. Un martello.

 

Passaggio quindi obbligato nella classe regina, la MotoGP nel 2008. Il team questa volta è la Yamaha, con Valentino Rossi come compagno di scuderia. Un amore che dura fino al 2016, e che gli permette di ottenere tre titoli mondiali, nel 2010, 2012 e 2015. E quando non vinceva il titolo, arrivava almeno quarto. Pochi ritiri, molti duelli, anche con scontri dolorosi e fratture di varie parti del corpo. 

 

L’inizio della parabola discendente è avvenuto, non appena è approdato in Ducati. una moto veloce ma difficile da gestire. Faville con Stoner, non replicate dagli altri piloti con costanza. Nei due anni di Ducati infatti pochissime vittorie, appena 3 in due anni. L’anno 2017 addirittura zero, un fatto che non accadeva dal 2005. Un pò amaro come dato, per un cinque volte campione del mondo.

 

Quest’anno poi la volontà di approdare a bordo della Honda, dopo l’addio a sua volta di Pedrosa, ma anche qui solo problemi. Fisici in primis, con la frattura delle vertebre dopo il bruttissimo volo durante le prove libere del GP d’Olanda. Ed ecco che siamo arrivati all’addio. Nell’aria lo si sentiva. La luce nei suoi occhi non era più pura come quella degli anni scorsi. Durante la conferenza d’addio ha raccontato che dopo l’ultima caduta si è domandato “Ne vale veramente la pena?”

 

A fine gara le TV di tutto il mondo non guardavano l’ennesima vittoria di Marquez, ma cercavano di scrutare le emozioni e sensazioni che passavano sul volto di Lorenzo. 

 

“Una giornata bellissima. Le condizioni erano difficili con vento e freddo. Ci sono state molte cadute, quando ho visto che le sensazioni non erano molto buone ho deciso solo di arrivare in fondo intero, fino alla fine per festeggiare all'arrivo con i miei fans. Sono molto contento del titolo a squadre, anche io ho potuto contribuire e prendere qualche punto. Marc è stato bravissimo. Una stagione perfetta e una domenica speciale per me e per la squadra”

 

E come hanno scritto i meccanici della Honda, nel cartello esposto dal muretto, al taglio del traguardo, anche noi diciamo “Thank you Lorenzo”