Con una recente circolare del Ministero della Salute, iniziano in modo ufficiale sul territorio nazionale i test di negatività sul coronavirus, effettuati a bordo delle proprie vetture. Capiamo bene insieme perché sono utili e quali sono i loro vantaggi.

 

La pandemia del coronavirus sta andando a piegare l'intera economia mondiale. Nata in Cina è rapidamente diffusa negli altri paesi, prima Corea del Sud ed Italia, fino ad arrivare in tutti gli altri paesi del mondo, sta andando a cambiare le modalità di vita e le economie mondiali. Se da una parte gli scienziati stanno cercando di capire le modalità di trasmissione del virus, e stanno sviluppando test clinici per individuare il vaccino in modo rapido, dall'altra parte ti cerca di arginare l'avanzamento del virus. 

Un metodo interessante e soprattutto ottimo da un punto di della sicurezza pubblica, è il test che viene effettuato già da alcune settimane in Italia, per il quale il soggetto rimane a bordo della propria vettura. 

Questo metodo è veramente utile ed è molto semplice e funzionale da organizzare. A tutte quelle persone che dovranno effettuare il test, per tutta una serie di motivi che adesso andiamo a spiegare, l'unico compito che a loro spetta è di rimanere in auto e avanzare fino ad arrivare al checkpoint posizionato normalmente in un piazzale davanti all'ospedale. Ad aspettare il singolo automobilista ci saranno una serie di infermieri e medici i quali effettueranno un prelievo di materiale biologico lasciando il soggetto all'interno della propria vettura. 

In questo modo la sicurezza degli ospedali è notevolmente migliorata, in quanto, secondo alcune evidenze scientifiche, tale virus ha trovato negli ospedali un campo di diffusione legato all'areosol sprigionato dalle situazioni di terapia intensiva. In questo modo, il soggetto che effettua il test, nel caso fosse positivo, non andrà ad infettare gli altri soggetti che stavano per effettuare il tampone, ed inoltre posizionato in una situazione di aria aperta, riduce la possibilità di contagio nei confronti delle operatori sanitari. 

Secondo la recente circolare del Ministero della Salute i soggetti che possono effettuare tale controllo sono i pazienti ospedalizzati, oltre che i sanitari a maggior rischio, i soggetti fragili e i soggetti con infezione respiratoria che sono ricoverati attualmente nelle residenze per anziani. 

Già nelle scorse settimane in alcune aree d'Italia era partita la sperimentazione di tale metodologia. Tra le prime realtà abbiamo Fabriano, paesino delle Marche, il quale stato seguito da tutta una serie di ospedali più o meno grandi. Parliamo ad esempio dell'ospedale Santa Maria della Pietà di Roma, oppure l'ASL Napoli 2, ma anche nel Nord Italia troviamo sperimentazioni nel paese di Cinisello Balsamo, vicino a Milano, presso l’ospedale Bassini. La lista continua con altri ospedali sempre del milanese (Sesto e Cinisello), fino ad arrivare a Genova, dove i test sono iniziati nel padiglione Jean Nouvel della fiera e coinvolgono i pazienti clinicamente guariti che devono effettuare il secondo controllo per avere il definitivo "foglio di via di avvenuta guarigione". 

Nell'attesa che tutti gli ospedali italiani si attrezzino al fine di effettuare questa metodologia di analisi, un plauso doveroso va a tutti gli operatori che attualmente rischiano la propria incolumità al fine di limitare il più possibile la diffusione del coronavirus all'interno del nostro paese.