Prodotta in oltre 3 milioni di unità, ha creato una corrente di pensiero all'interno del mondo automotive. Immortale nella linea e nel fascino, affonda le sue radici addirittura negli anni 30. Ripercorriamo la storia

 

La 2 cavalli è una vettura che qualsiasi appassionato di quattroruote deve conoscere. Con una linea fresca, senza tempo, affascinante ma allo stesso tempo giovanile, ha fatto innamorare diverse generazioni di persone. Il progetto affonda le proprie radici agli inizi degli anni 30 in Francia, quando si cercava di creare una vettura che stesse attenta ai costi di produzione, ma che piacesse alla popolazione. Il progetto fu purtroppo ben presto allontanato, a vantaggio della Citroen Traction Avant, ma fu ripreso all'incirca nel 1936.

 

È infatti di quell'anno il primo prototipo marciante, dei 49 totali che furono prodotti prima della messa su strada del veicolo zero. Il primo motore utilizzato fu un 500 di cilindrata, derivato da una moto BMW. La sua vita durò poco e fu sostituito con un bicilindrico raffreddato ad acqua da 375 cm cubici., prodotto “in casa”. Per quel che riguarda la carrozzeria viene utilizzata lega di magnesio nei primi test iniziali. Passarono anni di prototipi, di prove e di acquisizioni di intere aree geografiche per mantenere il progetto segreto.

 

Nel 1939 però si è arrivati al dunque, con la presentazione di 250 esemplari, in veste ufficiale, avvenuta nell'ottobre dello stesso anno presso il salone dell'automobile di Parigi. Passata la guerra, con la ripresa dell’industria nel 1944 e con la liberazione di Parigi, il progetto fu ripreso in modo completo. Il cambiamento principale riguardò il motore, che venne affidato ad un italiano, Walter Becchia, il quale sviluppò un bicilindrico 375 cm cubici,  in questo caso raffreddato ad aria.

 

Il debutto della vettura definitiva avvenne finalmente il 6 ottobre del 1948 presso il salone di Parigi, lasciando quasi tutti di stucco in quanto la notizia fu tenuta segreta in termini assoluti prima di allora. Furono esposti tre esemplari tutti di colore grigio alluminio metallizzato. Il frontale era caratterizzato da un'ampia calandra a forma di trapezio, con listelli orizzontali ed era ben visibile lo stemma della Citroen. I fari erano tondi, staccati dalla carrozzeria e quasi appoggiati sugli enormi passaruote bombati. Guardandola lateralmente si notavano infatti questi enormi passaruota che strizzavano l'occhio alle vetture del decennio precedente, pur essendo rimodernati. Il tetto era molto arcuato, quasi costituito completamente da un telone che poteva essere arrotolato in modo manuale fino alla zona posteriore. In questo modo, con la sola auto, si poteva avere sia una vettura chiusa sia una cabrio.

 

Dal punto di vista della meccanica, la Citroen 2cv era qualcosa di veramente favoloso. Le sospensioni erano infatti un perfetto connubio tra semplicità ed efficacia in quanto sia sull'asse anteriore, sia su quello posteriore, era stato installato un braccio oscillante per ogni singola ruota, con tiranti longitudinali che agivano su molle elicoidali. Il sistema frenante era invece di tipo idraulico, e prevedeva quattro tamburi. Come aspetto particolare il freno a mano agiva, a differenza delle altre vetture, sulle ruote anteriori.

 

La prima vettura messa su strada aveva come cilindrata 375 cm cubici, con una potenza di soli nove cavalli a 3500 giri motore, ma ben presto la Citroen introdusse molte altre evoluzioni della stessa vettura. Serie speciali si svilupparono con successo per tutti i decenni del 20º secolo. Le dimensioni del motore aumentarono arrivando ad essere pari a 602 cm cubici per le vetture a monomotore, ma se consideriamo la 2 cavalli Sahara, possiamo parlare di un doppio motore da 425 cm cubici. Quest'ultimo aveva una potenza di 24 cavalli, a 5000 giri motore e una coppia di 39 Nm. 

 

La vettura fu ben presta inserita in una rivoluzione sociale diventando per molti oggetto di stile per altre auto e non solo. Il movimento hippy  scelse la due cavalli come veicolo simbolo dell'epoca insieme alla Maggiolino della VW. Venne eletta stella del cinema anche in un episodio di James Bond, il celebre agente segreto inglese e molti altri film di quegli anni.

 

Fu unica in ogni singola versione: partendo dalla berlina, passando dalla coupé, cabriolet, fino ad arrivare alla pick-up. Serie speciale non mancarono, come la Sport, Charleston, Màrcatelo, James Bond 007, France 3, Dolly, Cocoricò, Sauss ente, Perrier, Hermes. Per concludere: una vettura mitica per mille trasformazioni e mille storie vissute su di essa. 


 

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https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/8/8a/Citroen_2CV_1X7A7979.jpg